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Opposizione compatta: "Nessuna stampella a questo esecutivo"

Gli azzurri ribadiscono la linea Berlusconi Fi, Lega e Fdi lavorano al "contro-recovery"

Opposizione compatta: "Nessuna stampella a questo esecutivo"

Governissimo? «Io avrei grande imbarazzo, non credo che si diminuisca la confusione mettendosi con Salvini e la Meloni, credo invece che aumenterebbe». Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, su Rai 1 distingue in modo esplicito tra Salvini e Meloni da un lato («sarebbe rinnegare le mie ragioni e credo che anche per loro sarebbe lo stesso») e Berlusconi dall'altro. Così, guardando dall'altra parte della barricata, al di là dei tatticismi divisivi, viene vista l'opposizione dall'osservatorio del vicesegretario del Pd. Non un centrodestra, ma un centro-destra.

In un certo senso la stessa percezione che del centro-destra hanno i protagonisti. «Se avessimo le stesse idee su tutto, saremmo un partito e non una coalizione» ha ripetuto ancora una volta il leader azzurro, Silvio Berlusconi, nell'intervista di lunedì scorso al Giornale. Ma d'altra parte, continuano a ripetere i leader, il centrodestra rimane unito nel non voler offrire alcuna stampella al governo. Le critiche, sia pure con toni e stili diversi, arrivano da ogni direzione. La proposta, fosse anche puramente formale, è di un centrodestra allargato a volenterosi dei 5Stelle che traghetti gli italiani al voto.

A tirare le redini dell'unità è il segretario della Lega, Matteo Salvini, che annuncia un Recovery Plan di coalizione, pronto a entrare in dialogo con quello del governo Conte se la maggioranza si accorderà davvero sulla corsia preferenziale per metterlo in salvo dalla crisi. Come Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia «stiamo lavorando e penso che arriveremo a destinazione entro una decina di giorni» dice il leader leghista. Si tratterebbe di un piano di centrodestra, alternativo a quello proposto dal governo, per utilizzare i 209 miliardi di euro del Recovery Fund europeo: «Sono 200 miliardi che ripagheranno i nostri figli, da restituire entro il 2056, quindi sono soldi che vanno spesi per il futuro, non per il presente: sullo sport, sulle infrastrutture, sulla digitalizzazione, sulla sanità, sulla scuola. Stiamo lavorando ad un progetto di Italia comune e vogliamo farlo con progetti seri e con finanziamenti esistenti».

Pochi dubbi sul fatto che anche il partito di Giorgia Meloni, come ripete da tempo, spinga per il voto. «È imbarazzante ascoltare esponenti della maggioranza insultarsi, ma poi si evitano le elezioni per avere un governo che dia stabilità alla nostra nazione» ribadisce Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fdi alla Camera. Quanto al regolamento del Recovery Fund a livello europeo, Fdi esprime le stesse perplessità della Lega. «Siamo a favore del Recovery Fund ma non possiamo accettare un regolamento che reintroduce le regole dell'austerità. Non vogliamo che si trasformi in un nuovo strumento per strangolare le economie del sud Europa, a partire da quella italiana» dichiara Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo Ecr e membro della Commissione Affari Economici del Parlamento Europeo, annunciando la sua astensione.

Quanto a Forza Italia, mantiene la linea del nessun appoggio a questo governo. «Nel momento in cui gli italiani temono per la loro salute e il loro lavoro, la maggioranza pensa a litigare per questioni di poltrone. Forza Italia non sosterrà mai questo governo ed è pronta a confrontarsi nel voto» dice al Tg2 il senatore di Forza Italia Renato Schifani, consigliere politico di Silvio Berlusconi. In linea il presidente di Noi con l'Italia (Nci) e vicepresidente del gruppo Misto alla Camera, Maurizio Lupi: «La situazione sta diventando insostenibile e inaccettabile. Se non sono in grado di governare abbiano almeno la dignità di dimettersi immediatamente.

In gioco non c'è il futuro di un partito della maggioranza, ma quello di famiglie e imprese».

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