Opzioni ucraine: protettorato russo o Stato sovrano ma "amputato"

Il Wsj: se resta indipendente Kiev può cedere territori. I rischi di una "spartizione con subordinazione"

Opzioni ucraine: protettorato russo o Stato sovrano ma "amputato"
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All'alba di una settimana potenzialmente cruciale per il futuro dell'Ucraina si iniziano a delineare i possibili scenari per la fine della guerra.

È il Wall Street Journal a tracciare le due ipotesi più probabili considerando la situazione sul campo e gli sviluppi politici del vertice in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin, che ha deluso (per ora) le speranze di una svolta diplomatica. L'Ucraina - scrive il quotidiano - potrebbe perdere dei territori, ma sopravvivere come stato sovrano, oppure perdere sia i territori che la sovranità, ricadendo nella sfera dinfluenza di Mosca.

Dopo l'incontro di Anchorage, il presidente russo ha liquidato la pressione di Stati Uniti ed Europa per un cessate il fuoco che avrebbe congelato l'attuale linea del fronte, seguita dai colloqui di pace. Il Cremlino continua a insistere affinché Kiev si ritiri dalle aree che rivendica come russe ma che non controlla, in particolare la parte ucraina della regione di Donetsk. E l'enfasi posta da Putin sulle "cause profonde" del conflitto dimostra che non ha rinunciato ai suoi piani di ripristinare l'influenza politica sull'Ucraina e di riconquistare lo status di grande potenza globale.

Lo scenario migliore per Kiev e i suoi alleati - afferma il Wsj - è quello di limitare la presenza russa a ciò che le sue forze già occupano, equivalente a circa un quinto del territorio ucraino. Ma l'aspetto più importante riguarda le sorti del restante 80 per cento. Volodymyr Zelensky e i gli europei vorrebbero proteggerne sicurezza e sovranità con una combinazione di difese militari ucraine e assistenza alla sicurezza occidentale.

La "coalizione dei volenterosi" guidata da Regno Unito e Francia vuole schierare alcune delle proprie truppe in Ucraina come ulteriore deterrente contro un futuro attacco russo. Un simile esito ricorderebbe la fine della guerra di Corea nel 1953, che ha lasciato la penisola divisa, ma la Corea del Sud protetta da allora, non da ultimo dalle truppe americane. Per lo zar, tuttavia, questo equivarrebbe a un fallimento storico.

Il secondo scenario invece è una "spartizione con subordinazione": il pericolo maggiore per l'Ucraina non è solo la perdita dei territori a est e sud, ma il fatto che ciò che rimane non sia in grado di resistere a una terza invasione russa, dopo quelle del 2014 e del 2022. E la minaccia potrebbe costringere Kiev a mostrare deferenza ai desideri di Putin riguardo alla sua leadership e alle sue politiche in patria e all'estero. Un simile esito trasformerebbe l'Ucraina in un protettorato russo, portando alla capitolazione di una nazione che vuole consolidare la sua democrazia e integrarsi con l'Europa e l'Occidente.

E per il quotidiano è questo, ancor più della conquista dei territori orientali, che le forze di Zelensky stanno cercando di impedire. "Non vedo l'esercito ucraino al collasso. Ma su un arco di tempo sufficientemente lungo, potremmo arrivare a un punto in cui, se Kiev non riesce ad affrontare i suoi problemi di generazione e gestione delle forze, potrebbe non essere sconfitta sul campo di battaglia, ma diventare sempre più esausta", spiega Michael Kofman, esperto militare del think thank di Washington Carnegie Endowment for International Peace.

I vantaggi della Russia in termini di popolazione, numero di truppe e risorse finanziarie rendono il suo sforzo bellico più sostenibile di quello della controparte, secondo la maggior parte degli analisti.

Tuttavia la storia di questa guerra, per Kofman, "dimostra che l'Ucraina si è dimostrata adattabile e resiliente". Trovando finora, contro ogni previsione, il modo di prolungare la sua resistenza e mantenere aperto l'esito del conflitto.

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