"Bisogna cambiare il Trattato". Ora persino Mario Monti mette in dubbio le regole Ue. Intervistato da Repubblica il Professore critica la gestione delle crisi da parte di Bruxelle: "In Europa ci piace pensare che le regole siano nel complesso rispettate, ma non credo si possa parlare di rispetto quando ci sono Paesi che anno dopo anno chiedono rinvii nel rispettare gli obiettivi e li ottengono senza difficoltà", dice l'ex premier, "Penso, quanto al Patto di stabilità, alla Francia e alla Germania nel 2003 e, negli ultimi anni, alla Spagna, di nuovo alla Francia, al Belgio. O ancora alla Germania oggi per i limiti agli squilibri macroeconomici eccessivi. E a tanti altri casi".
Proprio la Germania è al centro dei pensieri del Professore: "La Germania per decenni ha avuto in Costituzione la regola aurea, la distinzione fra spesa corrente e spesa per investimenti. Poi è arrivata alle norme costituzionali di freno al debito, la Schuldenbremse , ma la Germania stessa cercò di far valere la regola aurea mentre si negoziava il Trattato di Maastricht nel '90-'91. E ora è il momento di parlare in Europa del significato economico del debito. Schuld in tedesco vuol dire tanto colpa che debito, d'accordo. Ma non ogni spesa pubblica finanziata con il debito è colpevole. In certi casi, come oggi con tassi di interesse molto bassi, può essere colpevole non preparare per le generazioni future infrastrutture materiali e immateriali adeguate".
Per questo per Monti è necessario "migliorare alcune regole, in particolare considerando gli investimenti pubblici in modo più favorevole, sia pure a certe condizioni".
Anche se qualcosa si sta muovendo: "Finalmente si sta iniziando a guardare agli investimenti, non solo privati ma anche pubblici, come ponte fra il presente e il futuro", dice il Professore, "A considerare la capacità degli investimenti, sia pure finanziati in debito, di generare crescita e perciò di fare fronte agli oneri del debito".
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