Roma - A via Arenula si sono già attivati per capire cosa sia effettivamente successo a Ragusa. E il ministro Andrea Orlando ci assicura di «voler rispondere», forse già domani, alle questioni che Il Giornale, nell'editoriale-lettera aperta del direttore Alessandro Sallusti, gli ha posto ieri.
Di mezzo, ovviamente, c'è il week end agostano durante il quale gli uffici giudiziari sono chiusi e reperire le informazioni necessarie ad «approfondire» il caso in questione, come assicura di voler fare il ministero della Giustizia, non è facile. Ma la richiesta di prendere visione degli atti giudiziari è già partita da Roma, con Orlando che ha dato mandato al suo capo di gabinetto di procedere con le verifiche del caso.
La vicenda raccontata dal Giornale, e portata all'attenzione del titolare di via Arenula, si è verificata in Sicilia, nei giorni di Ferragosto. Sulla spiaggia di Vittoria, in provincia di Ragusa, si sarebbe verificato, secondo molti testimoni, il tentato rapimento di una bambina di cinque anni, figlia di una coppia in vacanza nella località balneare, da parte di un uomo. Inseguito e bloccato dal padre della bimba e da altri turisti che avevano assistito alla fuga dell'uomo con la piccola in braccio, il presunto rapitore è riuscito a scappare. Ma è stato successivamente rintracciato e identificato dai Carabinieri in un altro Comune della zona: si tratta di Lubhaya Ram, 43 anni, di nazionalità indiana. Un immigrato irregolare, senza fissa dimora e con alcuni precedenti penali per droga e ricettazione, per il quale un anno fa era stato emesso dal Questore di Ragusa un provvedimento di espulsione, rimasto evidentemente lettera morta. Fermato dai Carabinieri con l'accusa di tentato sequestro, Ram è rimasto per circa 24 ore nella Casa circondariale di Ragusa. Per poi essere scarcerato quando il pm di turno nella Procura della città siciliana ha deciso di non convalidare il fermo, perché il reato di sequestro e sottrazione di minore è stato solamente tentato, ma non si è compiuto.
Dunque, secondo quanto ha spiegato l'avvocato d'ufficio, la pena edittale è inferiore al minimo consentito per la convalida dell'arresto. Ora l'uomo è indagato a piede libero, e gli inquirenti cercano di stabilire quale sia stato il movente del suo gesto (durante l'interrogatorio dei Carabinieri Ram non ha aperto bocca) e di ricostruire la dinamica di quanto è avvenuto, attraverso le testimonianze di chi era presente.
Una «storiaccia a lieto fine», scrive Sallusti al ministro Orlando, conclusasi però con una decisione del magistrato che solleva diverse perplessità. Tre le questioni poste al titolare della Giustizia: «Primo: come è possibile che un pregiudicato fosse a piede libero, senza controlli e restrizioni? Secondo: come può succedere che un pregiudicato con ordine di espatrio obbligatorio se ne stesse tranquillamente in spiaggia a Vittoria? Terzo: com'è possibile che un giudice lasci libero un pregiudicato con ordine di espatrio obbligatorio non eseguito che aveva appena rapito una bimba di cinque anni?».
Al ministro Andrea Orlando
viene chiesta una risposta non «in punta di articoli del Codice», ma «di quell'intelligenza e di quel buon senso che le riconosciamo», anche per capire «se il giudice che ha liberato l'uomo meriti la sua e la nostra fiducia».
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