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"Ora il governo ci ascolti. Siamo noi la maggioranza"

Tajani, Meloni e Salvini avvertono il premier Conte: "Riformare fisco, burocrazia, sanità e giustizia civile"

"Ora il governo ci ascolti. Siamo noi la maggioranza"

Il centrodestra sceglie il giorno della Festa della Repubblica per lanciare un segnale e recuperare la propria voce. Chiusa la stagione delle conferenze stampa in prima serata del presidente del Consiglio e con una situazione sanitaria che sembra volgere verso la normalità, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani decidono di riprendersi la scena, lanciando un segnale ai tanti che sono stati esclusi dalle misure governative e ora lottano per la sopravvivenza delle proprie attività.

Il messaggio è che con la fine dell'emergenza deve tornare la politica e deve iniziare una fase nuova. «Serve una grande strategia per il Paese e deve essere costruita in Parlamento da tutte le forze politiche, ascoltando il mondo della grande industria, dei piccoli e medi imprenditori, artigiani, commercianti agricoltori, liberi professionisti e partita Iva», dice Antonio Tajani, a margine della manifestazione di Piazza del Popolo. «Noi abbiamo una serie di proposte. Per utilizzare i fondi europei occorre fare molte riforme a cominciare da quella del fisco, della burocrazia, della sanità, della giustizia civile che con la sua lentezza provoca fino al 2% del Pil. Ci sono 200-255 miliardi che potremmo utilizzare. Il progetto per il rilancio del paese lo si scrive in Parlamento, non lo scrive solo la maggioranza ma con le opposizioni ascoltando tutte le categorie produttive che hanno lanciato un grido di dolore. Dobbiamo farci carico dei loro problemi».

Giorgia Meloni adotta toni più duri e chiede di ascoltare il grido di dolore della piazza. «Fuori le marchette, fuori le poltrone. Le risorse vadano ad aiutare le imprese a non chiudere e chi rischia di sprofondare nella povertà. Speriamo che ascoltando questa piazza si cambi passo e si riesca ad occuparsi davvero del destino della nazione. Non sottovalutiamo il problema degli italiani che fino a ieri vivevano del loro lavoro, italiani a cui sono state chiuse le imprese per decreto e che il giorno dopo gli è stato detto arrangiati. Ancora si aspetta la cassa integrazione, il bonus autonomi e una liquidità che non si è mai vista. Noi siamo qui per dare voce a una Italia che non si arrende, che crede in un futuro di libertà, orgoglio, speranza e lavoro per questa nazione».

Matteo Salvini invita a non contare troppo sugli aiuti esterni. «Capisco la voglia e la rabbia, ma dobbiamo costruire un percorso che porti l'Italia lontano senza dover aspettare aiuti esterni che tanto non arrivano. Siamo qui a nome degli italiani dimenticati in questi mesi e discriminati. C'è un pregiudizio nei confronti del privato, lavoratori autonomi e liberi professionisti, invece non ci possono essere lavoratori italiani dimenticati. Il presidente della Repubblica Mattarella ha chiesto unità e collaborazione? Allora noi da queste piazze portiamo delle proposte. Trasformiamo queste proposte in emendamenti e suggerimenti al governo». La chiosa finale è firmata da Mariastella Gelmini da Piazza del Duomo. «Oggi non è il giorno delle polemiche. Però vogliamo dire forte e chiaro che da domani inizia una fase nuova. Il governo in questi mesi non ha mai ascoltato la voce delle opposizioni, la voce di chi rappresenta la maggioranza degli italiani. Con la fine del lockdown deve tornare anche la politica.

La buona politica: quella che risponde ai cittadini del proprio operato, quella che dipende dal consenso popolare espresso in libere elezioni».

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