Ora Hamas bombarda Tel Aviv. Iran e Turchia soffiano sul fuoco

Missili su Israele. Richiamati i riservisti: "Sarà un conflitto lungo". Raid su Gaza: 28 morti. La crisi rischia di allargarsi

Ora Hamas bombarda Tel Aviv. Iran e Turchia soffiano sul fuoco

Lo scontro è al massimo. Alle 9, secondo l'ultimatum, dopo che l'aviazione israeliana aveva colpito un altro edificio a Gaza, Hamas ha diretto i suoi missili ormai potenti e raffinati su Tel Aviv, dove c'è stata almeno una vittima. Intanto l'Egitto spinge Israele per un cessate il fuoco, il Qatar si dà da fare con Hamas. Ma ancora non ci siamo. Israele deve ricostituire la deterrenza per cui Hamas capisca che non può dominare la popolazione israeliana rinchiudendola in casa nel terrore dei missili. E Hamas si sente troppo grande per smettere e dei morti gli è sempre importato poco: è evidente dall'andamento degli scontri in Medio Oriente che un'eccitazione simile a quella dell'Intifada possiede in queste ore Hamas, il grande difensore, oggi, della Moschea di Al Aqsa, che ha spodestato Abu Mazen nella leadership palestinese.

Quasi 500 missili sono stati lanciati da Gaza contro Israele, gli obiettivi colpiti sono decine, vari edifici sono stati centrati e due donne uccise nelle macerie a Ashkelon, i feriti sono decine, le sirene suonano senza tregua di continuo al sud e la gente è costretta a restare chiusa in casa e a breve distanza dai rifugi, mentre lunedì anche Gerusalemme, la capitale, ha subito la stessa sorte. Su Gaza si è abbattuto il raid israeliano che ha colpito obiettivi mirati che hanno ucciso almeno 3 leader di Hamas e della Jihad Islamica, anche il responsabile di lanci dei missili di questa organizzazione è stato eliminato e in queste ore pare che anche un comandante militare di Hamas sia stato centrato; i morti sono 28 fra cui purtroppo, secondo Hamas, 10 bambini. Al contrario di Hamas, l'esercito israeliano non prende di mira i civili. L'aviazione ha avvertito gli abitanti di sgomberare, ma la voluta mescolanza di Hamas fra sedi militari e civili crea un rischio enorme per la popolazione.

Il Capo di Stato Maggiore Avi Kochavi ha annunciato la mobilitazione di 5000 soldati delle riserve, ma l'ipotesi «stivali sul terreno» ancora non si disegna, anche se reparti speciali si assiepano sul confine. Israele seguita a dibattersi senza tregua nel dubbio su che fare con la Striscia popolata e povera, dominata da un gruppo di fanatici dittatori. La pressione perché si trovi una soluzione strategica è forte. La violenza si è anche estesa a molte città israeliane a larga presenza araba, come Lod, Ramla o Yaffo. Un giovane arabo è rimasto ucciso in scontri fra civili. L'ospedale di Assaf ha Rofè è stato vandalizzato da giovani arabi che hanno assalito malati e medici dandogli di «collaborazionisti». I civili israeliani bombardati dai missili lamentano la mancanza di una reazione decisiva: le dure dichiarazioni di Netanyahu sembrano condivise da tutto il mondo politico.

L'avventura bellica di Hamas è stata complessa e preparata, giocata sul terreno della politica internazionale e dello scontro con Israele, ed è del tutto verosimile che Hamas intenda giocarsela fino in fondo in un momento in cui i palestinesi, con l'amministrazione Biden, hanno di nuovo il favore americano. Erdogan, l'Iran, sanno bene che è un terreno fertile. La scelta dei giorni conclusivi di Ramadan è coincisa, e certo coordinata, con la crescita dell'incitamento dall'Iran mentre Erdogan dando di assassino a Israele si ingaggiava nella medesima gara.

Hamas ha sentito il vento in poppa della spinta congiunta di due grandi poteri, l'uno sciita e l'altro sunnita, che in questo periodo sono al centro di una ridefinizione di rapporti dovuta alla presidenza Biden. La Turchia, mentre aggredisce con mille spade Israele, cerca un inusitato contatto con i sauditi, i sauditi si avvicinano alla Siria filorussa. Probabilmente da oggi le urla di Erdogan e degli iraniani lasceranno spazio alle cerimonie egiziane e qataresi, e allora tutti gli altri paesi islamici nella riunione della Lega Araba che si tiene oggi cercheranno oltre il rito della condanna di bloccare i furori di Hamas, che non servono a nessuno.

Non servono nemmeno all'Unione Europea, che ripete la solita musica antisraeliana mentre si svolge una guerra totalmente scelta e condotta dalla parte descritta invece come vittima: i palestinesi. Un bambino un po' capriccioso di cui Israele avrebbe sempre la responsabilità.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica