Ora i 5 stelle devono ingoiare Fiano. E il Carroccio pretende il Copasir

Il dem in corsa al Viminale. Quando Casaleggio lo querelò

Ora i 5 stelle devono ingoiare Fiano. E il Carroccio pretende il Copasir

Sono riusciti ad accordarsi sui nomi di ventuno ministri, ma possono esplodere intorno al nome di un solo sottosegretario. In attesa di completare la squadra di governo, Pd e M5s devono sciogliere quella che sembra essere la prima disputa. Dopo le interviste di Andrea Orlando, che ha chiesto un ripensamento della riforma della giustizia, e l'annuncio del ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, di completare le grandi opere, a esasperare i parlamentari del M5s ci sarebbe la nomina del deputato dem Emanuele Fiano come sottosegretario all'Interno.

La ragione? È da ricercare nel passato di Fiano. Nel 2016, poche settimane prima della scomparsa di Gianroberto Casaleggio, il M5s stava facendo i conti con uno scandalo che vedeva coinvolto il fondatore. Deputati e senatori del M5s denunciarono una sorta di attività di spionaggio ai loro danni portata avanti da Casaleggio. In pratica, gli rimproveravano di possedere le credenziali per accedere alle loro caselle e quindi di controllare la loro posta. Casaleggio ha sempre smentito, anche il figlio Davide e in maniera categorica, ma Fiano si lanciò nella polemica. In un tweet scrisse: «Si spiano con il denaro dei contribuenti, decidono a casa Casaleggio nessuno sa chi e cosa e parlano di democrazia? La faccia come il culto. #gurugate». Seguì una querela per diffamazione di Casaleggio contro Fiano rimasta tuttavia congelata. In quanto parlamentare, Fiano è protetto dall'immunità. La denuncia è così rimasta all'esame della giunta per le autorizzazioni a procedere, ma adesso l'esame è politico. Fiano, contattato, non vuole commentare e non risponde neppure a Francesco Storace che, ieri, su Twitter (social dove Fiano è attivissimo) lo ha incalzato.

Sullo sfondo è così rimasta la corsa degli altri viceministri e sottosegretari che naturalmente prosegue con il suo strascico di preghiere da esaudire. Oltre ai quasi ministri da ricollocare ci sono anche i sansepolcristi del vaffa, i primi fedeli da non perdere. Uno di questi è Filippo Nogarin, ex sindaco di Livorno. Potrebbe andare all'Innovazione o alla Pa. Dalle parti del Pd si discute del futuro di Andrea Martella che Zingaretti vuole vedere come sottosegretario o vice. E però, il ribaltone produce effetti anche dentro la Lega.

I leghisti rivendicano con tenacia la presidenza del Copasir che deve essere abbandonata dal dem Lorenzo Guerini (oggi ministro della Difesa). La presidenza della commissione (che va assegnata alle forze di opposizione) permette di controllare l'operato dei servizi segreti e in un momento così difficile per la Lega, al centro dell'intrigo russo, può rivelarsi decisiva. Si è perfino detto che Matteo Salvini voglia la presidenza tutta per sé (in realtà gli basterebbe mettere uno dei suoi). Pd e M5s si oppongono tanto che vorrebbero offrirla o a Forza Italia o a Fratelli d'Italia (il nome sarebbe quello di Adolfo Urso).

Per ottenerla, Salvini ha fatto sapere ai suoi che è pronto a negoziare e sacrificare possibili ruoli in altri organi di garanzia pesantissimi (Privacy, Agcom). Vuole il Copasir a ogni costo, ma Pd e M5s lo offrirebbero a chiunque eccetto che a lui.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica