"Ora realismo per fermare la guerra"

L'ex ministro: "Si rischia una catastrofe, demonizzare non basta"

"Ora realismo per fermare la guerra"

Gianni Alemanno, già ministro e sindaco di Roma, c'è una via italiana, e di destra, alla pace?

«Ne abbiamo parlato per iniziativa di centri studi e partite Iva, riunendo esponenti di un pensiero controcorrente, per rompere una narrazione a senso unico su questa guerra».

Cosa intende?

«Noi condanniamo l'invasione ma riteniamo che l'unica strada per costruire la pace sia comprendere le ragioni profonde di questa guerra, non fermarsi alla demonizzazione».

E quali sono le ragioni?

«Due problemi. Uno è l'allargamento a est della Nato, che Putin ha denunciato da anni, inascoltato, fino al punto che l'Ucraina ha dato rango costituzionale alla adesione. Poi il Donbass, problema non secondario, la guerra civile che dura da 8 anni. E se non si riconosce la sua autodeterminazione si cancella un principio decisivo e riconosciuto in Europa. Si è sempre voluto evitare che si pronunciassero».

Come se ne esce?

«Il paradosso è che non esiste alcuna vera proposta di pace dell'Occidente. Si ripete solo che i russi si devono ritirare, ma dove mai si è visto che chi sta vincendo non porti a casa nulla? È irrealistico, come chiedere il cessate il fuoco senza garantire lo stop all'invio delle armi».

La guerra è illegittima e moralmente inaccettabile. No?

«E io la condanno ma dobbiamo fermarla, anche perché rischia di incancrenirsi con conseguenze devastanti per l'Europa. È realismo e l'Italia, il Paese più esposto, non può allinearsi all'intransigenza dell'Amministrazione Biden. Dobbiamo costruire una posizione comune con Francia e Germania».

Realismo di destra?

«Sì, e difesa dell'interesse nazionale. Rischiamo conseguenze catastrofiche, non possiamo stare fermi.

Il centrodestra se ha l'interesse nazionale come elemento fondante deve costruire una posizione unitaria costringendo Draghi a lasciare un atteggiamento di scontro e avulso dall'interesse del Paese. Se il centrodestra non lo fa, come potrà governare fra un anno?».

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