Economia

Ma ora rischia di diventare corta la coperta per il Monte dei Paschi

Ma ora rischia di diventare corta la coperta per il Monte dei Paschi

Tappe serrate per la nazionalizzazione di Mps, mentre per la ristrutturazione di Carige per cui si parla di un aumento di capitale fino a 700 milioni di euro, si potrebbe andare ai tempi supplementari. Non manca peraltro chi teme che il piano governativo per evitare, in extremis, la procedura prevista dal bail-in per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, possa avere, in qualche misura, accorciato lo spazio di manovra di Roma per i casi di rilancio ancora aperti. Lo scorso inverno infatti il Tesoro aveva previsto nel decreto Salva Banche un tetto di 20 miliardi, a cui ha ora attinto per aiutare le due malate del nord est.

Per il Monte dei Paschi la tabella di marcia prevede, per il 29 o il 30 giugno, l'esame da parte del consiglio di amministrazione del piano di ristrutturazione concordato con le autorità italiane ed europee e, subito dopo, il passaggio a Bruxelles per il via libera definitivo. A quel punto, potrà prendere il via la ricapitalizzazione precauzionale che porterà il Tesoro a salire dall'attuale 4% al 70% entro luglio. Lo stesso Alessandro Falciai che presiede Mps accanto all'ad Marco Morelli, ha recentemente definito questo quadro «molto probabile».

Al di là dello scenario complessivo, rimangono tuttavia irrisolti numerosi punti interrogativi a iniziare dall'ammontare della ricapitalizzazione precauzionale che, inizialmente, Bruxelles aveva fissato a 8,8 miliardi, mentre in questi ultimi giorni pare essersi ridotta a 8,3 miliardi. Lo Stato, almeno nelle intenzioni, dovrebbe versare un assegno fino a un massimo di sei miliardi e la parte restante dovrebbe poi essere completata da azionisti e obbligazionisti subordinati, con modalità ancora da stabilire. Il piano passerà poi da circa 6-7mila esuberi e dalla delicata cessione di 26 miliardi di sofferenze lorde che, dopo l'addio di Fortress ed Elliott, peserà solo su Atlante 2 che può contare solo su 1,6 miliardi.

Quanto a Carige, dopo il cambio al vertice voluto da Vittorio Malacalza, vicepresidente e azionista di riferimento del gruppo genovese con il 17,6% del capitale, la società ha chiesto a Bruxelles tempi supplementari per procedere alla ricapitalizzazione dando, al contemplo, rassicurazioni sulla propria governance.

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