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Ora lo Stato presenta il conto: 8 milioni in difesa dei cantieri

Il calcolo dell'Avvocatura presentato durante il processo contro i militanti di Askatasuna

Ora lo Stato presenta il conto: 8 milioni in difesa dei cantieri

Gli assalti dei No Tav ai cantieri dell'Alta Velocità nella Val Susa torinese, sono costati alle casse dello Stato otto milioni di euro. A sostenerlo, conti alla mano, sono i dati raccolti dall'avvocatura dello Stato, che lo ha reso noto nell'ambito del maxiprocesso che si svolge a Torino contro una trentina di militanti di Askatasuna, il centro sociale sempre in prima fila quando c'è da contestare - in modo anche violento - la realizzazione dell'opera transfrontaliera, che unisce Italia e Francia. L'avvocatura dello Stato, che al processo si è costituita parte civile, ha anche quantificato il numero di rappresentanti delle Forze dell'ordine impegnati per contenere e sedare i tafferugli. Dal 2011 sono stati impiegati - a rotazione - una media tra i 180 e i 200mila agenti e militari all'anno, con una punta di oltre 260mila uomini nel 2021, anno particolarmente caldo per i contestatori, nel quale si sono verificati diversi episodi, legati all'apertura del cantiere di San Didero, che si è aggiunto a quello di Chiomonte inaugurato nel giugno del 2011. I dati raccolti sono stati contestati dagli avvocati difensori degli anarchici, etichettando le accuse come un «teorema giudiziario»

Le cifre, snocciolate in aula, rendono comunque l'idea dell'impegno statale, perché agli agenti del reparto mobile e ai carabinieri dei battaglioni, vanno aggiunti gli uomini di altri reparti, dalla scientifica alla Digos che spesso arrivano sul posto anche da altre città.

L'accusa - rappresentata dal procuratore aggiunto Emilio Gatti e dal pm Manuela Pedrotta - contesta episodi di violenta protesta e diversi blitz in Val di Susa. L'ultimo attacco da parte dei No Tav, è stato nella tarda serata del 6 gennaio, quando una ventina di attivisti tutti incappucciati, hanno assediato il cantiere del nuovo autoporto di San Didero, che verrà realizzato al posto di quello di Susa. Dopo aver raggiunto il cancello vicino all'autostrada A32 del Frejus, i manifestanti hanno dato fuoco a una catasta di legna e poi con corde e ganci sono riusciti ad aprire una varco nella recinzione. Le forze dell'ordine hanno subito azionato gli idranti per allontanare gli incappucciati, che gli agenti della Digos della Questura di Torino stanno cercando di identificare.

Nonostante le proteste, la Regione Piemonte non ha mai smesso di puntare sull'infrastruttura italo-francese, tanto che il presidente Alberto Cirio ha sottolineato in una conferenza di inizio gennaio: «La Torino-Lione sarà protagonista quest'anno. Il Piemonte da sempre era considerato ai margini dell'Impero, lontano da Roma: oggi siamo il cuore dell'Europa, grazie alla Tav e al Terzo Valico». A giugno di quest'anno inizieranno i lavori di adeguamento della linea storica tra Avigliana e Bussoleno e saranno i primi cantieri per la costruzione italiana della linea di Alta Velocità. Legati a questi interventi, ci saranno almeno 40 milioni di compensazioni: opere di accompagnamento che serviranno per lo sviluppo del territorio e che - come ha sostenuto Calogero Mauceri, commissario straordinario per l'opera - saranno concordate con i sindaci.

Un lavoro che andrà avanti di pari passo con la progettazione della nuova linea.

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