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È in orbita il telescopio più potente di sempre. Dovrà raccontarci come è nato l'Universo

Dopo i rinvii, Webb Telescope è partito il giorno di Natale. Costo: 10 miliardi

È in orbita il telescopio più potente di sempre. Dovrà raccontarci come è nato l'Universo

Le angosce dei pranzi di Natale del 2021 sono state le file in farmacia per i tamponi, i certificati, i positivi, i negativi, gli incerti, quelli che forse «era meglio essere positivi per non vedere i parenti», i test fai da te («ma è normale che faccia le bolle? Ma bisogna contarle le goccine? Aspetta ma quante lineette ci dovrebbero essere? Ma la C cosa vuol dire?») per tutti gli italiani, quasi tutti.

Una piccola percentuale di fortunati, ma tanto fortunati posso personalmente testimoniare, era in grande angoscia anche per un altro motivo: l'attesissimo e rimandatissimo lancio del James Webb telescope, il prossimo grande telescopio spaziale, successore dell'Hubble space telescope per l'osservazione dell'universo all'infrarosso. E, per chi come me ha vissuto (suo malgrado) un'infanzia immersa nell'astronomia e adesso si ritrova con una serissima mamma superastronoma, questo aveva già voluto dire settimane di conversazioni sulle polemiche per il nome di questo telescopio (il politicamente corretto che imperversa anche in orbita), sui rimandi della data del lancio per problemi di connessioni e di cablaggio e sui drammi per i venti in quota alla base di Kourou in Guyana Francese con il risultato finale di avere tanto inevitabilmente quanto prevedibilmente spostato il lancio al giorno di Natale, ora di pranzo.

Perciò era altrettanto inevitabile che finito il giro di salumi, formaggi e carciofini, mia mamma tirasse fuori il telefonino per seguire la diretta streaming, schivando le lasagne. Mentre il resto della tavolata stava cercando di fare conversazione, mia mamma ci ha tenuto a precisare che si trattava di un lancio da 100 milioni per un telescopio da 10 miliardi e che comunque c'erano le nuvole in Guyana, ma le preparazioni sembravano procedere. Al momento del conto alla rovescia (che in francese non suona ufficiale come in inglese) pure il nipote Paolo, scalpitante sul suo seggiolone, ha sputato il ciuccio dall'entusiasmo per l'accensione dei motori.

Quando ci è stato ordinato di fare spazio perché stavano arrivando le scaloppine al limone con insalata di finocchi e arance per contorno, la voce fuori campo della diretta ci ha informato che il viaggio del telescopio verso l'universo era finalmente iniziato.

A tre minuti dal lancio anche la nonna ha cominciato ad essere preoccupata, ma la mamma l'ha rassicurata che tutti i parametri erano nominali e a breve sarebbe stata raggiunta la velocità per entrare in orbita. La nonna non so quanto abbia capito, credo niente, ma si è tranquillizzata e ha chiesto quando sarebbe arrivato il panettone. È seguita lezione dettagliata e digestiva sui lanci, le orbite, le spinte e le tempistiche necessarie per assicurarsi il raggiungimento della giusta traiettoria stabile.

Ora che il telescopio è felicemente in orbita ci metterà 29 giorni a dispiegare tutti i suoi pannelli, ma adesso ci sono altre priorità: sono finalmente riuscita ad addormentare Paolo ed è arrivato il panettone artigianale con la glassa di gianduia, tanto atteso dalla nonna.

Però poi non chiedetevi più perché io sia cresciuta strana, credo sia chiaro.

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