Ordine e disciplina: lo stabilimento è fascista

Vicino alla spiaggia cartelli e slogan che ricordano il Ventennio. E il caso arriva in parlamento

Ordine e disciplina: lo stabilimento è fascista

A chi la spiaggia? A noi! Un «posto al sole» Gianni Scarpa, 64 anni, titolare del lido più fascista d'Italia se l'è già ritagliato. A scovare a Chioggia il suo «ducesco» stabilimento balneare è stato ieri il quotidiano La Repubblica che ha dedicato all'argomento un ampio reportage, pubblicando inoltre sul sito la registrazione della voce di Scarpa che arringa i «suoi» clienti con piglio mussoliniano.

Nel giro di poche ore tutta Italia ha scoperto la vocazione «totalitaria» dello Scarpa con inevitabile corollario di polemiche politiche e interrogazioni parlamentari. «Gli antifasciti, frustrati più che mai, non hanno gnente da fa. Non hanno capito, Sala, Repubblica, Boldrinova, che di loro ce ne freghiamo abbastanza. Hanno scoperto una spiaggia a Chioggia. Non sopportano che rendiamo onore ai nostri Caduti. Indagano se ci scappa un bel saluto romano. Certo, altro su di noi non ci può essere, come capita a voi lestofanti. Magari presto vi potrebbe capitare di cantare Sala libero... Sarà una lotta di liberazione...». È quanto scrive su Facebook Francesco Storace, presidente del Movimento Nazionale.

Ma che succede, in realtà, nel «nero» lido Punta Canna di Chioggia dominato dal camerata Scarpa? Già all'ingresso si capisce tutto: «Zona antidemocratica e a regime, non rompete i c...».

Più avanti, i cartelli sono ancora più eloquenti: «Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità. Difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d'uomo, se non ti piace me ne frego!»; «Servizio solo per i clienti... altrimenti manganello sui denti». E poi un profluvio di frasi di Ezra Pound («Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui»), braccia tese e saluti romani.

Un'insegna indica i servizi igienici: «Questi sono i gabinetti per lui, per lei, per lesbiche e gay».

Il proprietario, per spiegare la sua ideologia, non ricorre a giri di parole: «Qui valgono le mie regole. La democrazia mi fa schifo. M i fa schifo la gente sporca. E i tossici li sterminerei tutti».

In passato, le «regole» prevedevano il divieto di ingresso anche ai «bambini» (oltre che ai «buzzurri»), ma piano piano Scarpa si è addolcito e ora sono tollerati anche il bambini. Che Scarpa chiama, simpaticamente, «piccoli balilla».

Intanto da oggi sarà in discussione a Montecitorio la

legge 3243 che chiede l'introduzione dell'articolo 293-bis del codice penale, per punire «chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco».

Il passato ritorna.

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