
Quando le luci si abbassano, l'atmosfera si fa intima, scatta fuori uno smartphone che nessuno aveva autorizzato e che immortala scene "calde", finite in circolazione e delle quali si perde il controllo. Se ne è accorta così una delle protagoniste, suo malgrado, di quello che potrebbe essere già il caso dell'estate ligure. Da un clima di festa al ritrovarsi immortalata in foto della nottata precedente, in scene sessualmente esplicite, consenzienti sì ma non ad essere filmate, con il rischio di finire a propria insaputa virali sui social. E da qui scatta una denuncia per revenge porn.
Il contesto in cui accade tutto è un ristorante della riviera del levante di Genova, a Bogliasco: locale vip dove, riavvolgendo il nastro, la storia inizia con un invito a cena.
La donna, una genovese 50enne, viene invitata alla serata da un amico. Al gruppo di professionisti si aggiunge un notaio, i tre insieme raggiungono il ristorante e la serata procede serena in un clima conviviale e rilassato, tra qualche brindisi al quale si unisce anche il proprietario. Ma la situazione è destinata a scaldarsi nel dopocena, quando gli ultimi clienti pagano il conto e salutano, e la serranda del locale si abbassa dopo l'orario di chiusura lasciando all'interno solo 5 persone. Lì inizia la seconda parte della serata, chiusa agli sguardi esterni al locale. Un incontro a luci rosse al quale partecipano i tre commensali, l'imprenditore proprietario e anche la sua compagna, che finisce in atteggiamenti intimi tra le due donne e in un mènage di gruppo che prosegue per ore. Durante il quale però salta fuori un telefono che inizia a scattare senza permesso e, apparentemente, senza che nessuno se ne accorga, almeno nell'immediatezza.
Lo scoprirà da sola l'indomani la donna che invece viene a sapere che quelle foto stanno già circolando, tanto da arrivare via Whatsapp al medico di fiducia dal quale era andata per effettuare un esame di routine. Contatta così i partecipanti, uno di loro ammette candidamente di aver fatto le foto ed averle girate 'solo' a qualche amico. E da lì la piega diventa legale, contatta un avvocato che immediatamente sporge per suo conto una denuncia per revenge porn, che consiste nello scattare, pubblicare o diffondere immagini o contenuti sessualmente espliciti realizzati o sottratti senza il consenso delle parti e può costare caro, con pene previste fino a sei anni di carcere e multe dai 15mila euro.
La denuncia diventa un'indagine per chiarire il contesto, le eventuali responsabilità dei partecipanti forse
habitué. Mentre nei dintorni e nella piccola comunità rivierasca si è scatenata la curiosità attorno ai protagonisti e all'eventuale esistenza di feste vip a sfondo sexy. Celate, ma forse non completamente insospettabili.