
Un ponte tra Confindustria e sindacati per rendere il confronto tra parti sociali e governo sulla manovra 2026 meno dispersivo. Da un lato l'associazione guidata da Emanuele Orsini incalza il governo chiedendo risorse e una strategia industriale di lungo periodo, dall'altro la Cisl rilancia l'idea di un "patto di responsabilità" che tenga insieme produttività, salari e welfare. I due fronti sembrano muoversi nella stessa direzione: quella della crescita e della stabilità sociale. Insomma, questa sarebbe la volontà di Orsini e anche di Fumarola. Poi, occorrerà vedere se la Cgil di Landini e la Uil di Bombardieri, dopo le prime interlocuzioni, sceglieranno lo "scontro politico" oppure punteranno a massimizzare il risultato.
Ieri all'assemblea congiunta di Confindustria Verona e Vicenza, il numero uno di Viale dell'Astronomia ha lanciato un nuovo appello. "A me fa piacere che noi arriviamo sotto il 3% di deficit/Pil, però a noi non serve un ministro della copertina più bella d'Europa perché siamo i più bravi del mondo", ha detto, rivolgendosi al ministro delle Imprese Adolfo Urso e chiedendogli "una mano a farlo capire a Giorgetti". Orsini ha ricordato che "abbiamo chiesto 8 miliardi per i prossimi tre anni. Le priorità riguardano tre ambiti: "una misura che dia un aiuto ai medi e ai piccoli, quindi incentivi automatici modello 4.0 e 5.0; una nuova architettura dei contratti di sviluppo per le grandi imprese e il mantenimento della crescita al Sud". Il ministro Urso ha annunciato l'arrivo del "Libro bianco Made in Italy 2030", un piano industriale per i prossimi cinque anni, e un nuovo incentivo "che raccolga l'eredità di Industria 4.0 e Transizione 5.0".
Orsini ha poi toccato il tema dei salari e della competitività. "Fare la media del pollo è troppo facile. Per fare meglio serve poter riuscire a far guadagnare di più le nostre imprese", chiedendo anche "una lotta ai contratti pirata" e un intervento urgente sul costo dell'energia. "La parola d'ordine è disaccoppiamento", ha concluso. In parallelo, dal palco della Leopolda a Firenze, la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, ha lanciato un appello che sembra poter dialogare con quello di Confindustria. "Abbiamo chiesto quest'anno di essere ascoltati per capire la dotazione. Andremo al tavolo di confronto con responsabilità", ha detto, indicando nel lavoro il punto di partenza per un nuovo equilibrio tra parti sociali. "C'è bisogno di un accordo della responsabilità il primo tassello è questa manovra che non può che partire dal lavoro", ha detto. Un linguaggio pragmatico, che sembra voler aprire un ponte tra sindacati e imprese proprio sul terreno della responsabilità condivisa. Una convergenza che potrebbe aiutare il governo a comporre il mosaico della manovra, ancora in fase di definizione.
Intanto, sul tavolo di via XX Settembre, oltre al nodo delle risorse per l'industria, trovano spazio altri capitoli sensibili: il rifinanziamento del fondo per le non autosufficienze, con nuove misure per i caregiver e i servizi di sollievo alle famiglie. Allo stesso tempo, è partita la ricognizione catastale legata al Superbonus, avviata per aggiornare le rendite degli immobili ristrutturati. Con rilevazioni aeree sono state definite mappe e controllati immobili che sul catasto valgono poco o nulla e che invece hanno speso assai per essere ristrutturate. Lo screening ha riguardato circa 3.000 immobili e il faro del fisco si è concentrato su 1.800, sui quali è partito il confronto.
L'operazione, già annunciata dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, nasce dall'esigenza di allineare il valore catastale di case e palazzi che hanno beneficiato del Superbonus, poiché gli interventi di efficientamento e messa in sicurezza ne hanno aumentato sensibilmente il valore. Nel Dpfp si legge che "sono state inviate le prime lettere di invito alla compliance" a circa 3.000 contribuenti, per verificare la correttezza delle dichiarazioni.
"Secondo il sottosegretario al Mef Lucia Albano, "l'invio delle lettere non è stato generalizzato ma mirato, riguardando in una prima fase gli intestatari catastali di immobili oggetto di interventi con il Superbonus che risultano privi di rendita o con valori di modesta entità rispetto ai costi sostenuti".