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Gli over 55 ritrovano il lavoro Ma i giovani restano al palo

La fotografia Istat sul nostro Paese vede la disoccupazione under 35 ancora in aumento. Contratti in nero per il 12,6% della popolazione

Roma Ce la farà l'Italia a lasciarsi alle spalle questa recessione? E la timida ripresa in atto potrà diventare definitiva? Le 280 pagine del rapporto annuale Istat raccontano una storia piena di contraddizioni, fatta di eccellenze e di antichi difetti. Il primo che salta agli occhi è la poca voglia di fare certi lavori. L'altro è credere solo alla microimpresa. Si cerca il guadagno rapido, si finisce per chiudere bottega, anche per via delle troppe tasse.

Nulla di nuovo sotto il sole. Se il tasso di occupazione (oggi al 56%) si attestasse alla media europea del 65, i lavoratori in più sarebbero 3,5 milioni, di cui 2,5 milioni donne. Eppure in questi anni duri proprio l'occupazione femminile ha tenuto, facendo segnare un piccolo risultato positivo (+64 mila) a fronte degli 875mila lavoratori maschi in meno tra il 2008 e il 2014. Risultato di una serie di fattori: il contributo straniero, l'esigenza di supplire al partner disoccupato e l'innalzamento dell'età pensionabile che ha lasciato in pista molte ultracinquantenni.

Lavoro La crisi non ha mutato la nostra struttura produttiva. Al 2012 la dimensione media (3,9 addetti per impresa) è tra le più basse d'Europa. Come se non bastasse il 47% degli occupati lavora in imprese con meno di 10 addetti. Dato curioso: l'occupazione è tornata a crescere nel 2014 per i lavoratori «più anziani», con 320mila occupati in più over 55 (in aumento dell'8,9%) mentre continua a calare per i più giovani che vedono una contrazione di 46mila posti (-4,7%) per gli under 25 e di 148mila posti per gli under 35 (-2,9%). Nelle grandi città va di moda il settore della ristorazione. L'unica forma contrattuale che non conosce crisi è il part time, ma per due lavoratori su tre è involontario. Il sommerso rappresenta il 12,6%. Allungando lo sguardo ai prossimi mesi, emerge un contesto internazionale ancora favorevole per l'azione della Bce, i bassi prezzi energetici e la svalutazione dell'euro. Secondo il presidente dell'Istat Giorgio Alleva «bisognerebbe investire di più».

Popolazione A gennaio 2015 i residenti nel nostro Paese sono poco meno di 61 milioni, dei quali oltre 5, sono stranieri. Per gli italiani prosegue il trend di invecchiamento, mentre fra gli stranieri residenti la quota di anziani è più bassa. Oltre l'86% degli stranieri vive al Centro Nord. Nella scuola gli alunni stranieri sono 800mila (9% del totale). Romeni, albanesi, marocchini e cinesi le comunità più diffuse. Le città del Centro Nord sono quelle che hanno il maggior numero di abitanti: 18 milioni, aumentati del 5,8% in 10 anni.

Istruzione Nel 2014 la quota di residenti in possesso di qualifica o diploma di istruzione secondaria superiore è pari al 35,6%. Quella di chi possiede un titolo universitario è del 12,7%.

Mobilità Rispetto al 2012 cresce il parco auto (più 10%) quando ci sarebbe bisogno di usare di più il mezzo pubblico. Contemporaneamente non decollano i mezzi di trasporto ad alimentazione ecologica: nell'ultimo anno gli elettrici sono in media il 2,6% del parco mezzi. Troppo poco .

Criminalità Nel 2013 sono stati commessi 502 omicidi volontari, con un calo del 14% in 5 anni. Valori superiori alla media nazionale (0,83 per 100 mila abitanti) in Calabria (2,44 omicidi per 100 mila abitanti); inferiori in Valle d'Aosta, dove non si sono verificati omicidi e in Veneto (0,24). Nel 2013 sono stati denunciati un milione e mezzo di furti e 44mila rapine. Per entrambi si registra un aumento rilevante (18 e 22% rispettivamente tra il 2009 e il 2013). Nei grandi Comuni aumentano i furti in abitazione. Verona ha un più 164%, segue Bologna con il 136%. Napoli ha il record di rapine in strada (300 per 100mila abitanti). Tra le rapine, forte aumento di quelle in casa (+85%). Aumenti più consistenti a Bologna (+200%), Bari (+167%) e Milano (+165%).

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