Pace fatta tra le toghe milanesi La Boccassini vice di Greco

Il capo sceglie Ilda come braccio destro e la riempie di elogi. Ma l'incarico è a tempo: tra 10 mesi lei torna pm

Pace fatta tra le toghe milanesi La Boccassini vice di Greco

Milano «Esperienza, capacità professionale, efficacia nel coordinamento del Dipartimento affidatogli, correttezza, autorevolezza e prudenza nei rapporti con la Polizia giudiziaria e le autorità locali, riservatezza assoluta, costante informativa al Procuratore di ogni dato rilevante riguardante sia l'ufficio che le indagini in corso». Un magistrato perfetto, praticamente: che risponde al nome di Ilda Boccassini. Ed è per questo che da dopodomani la Boccassini assumerà l'incarico più prestigioso della sua carriera giudiziaria: sarà lei a tutti gli effetti il «vice» di Francesco Greco, procuratore della Repubblica di Milano, che il 29 dicembre l'ha designata come proprio vicario con le motivazioni che abbiamo appena citato tra virgolette.

Pace fatta, dunque, dopo le tensioni palpabili che accompagnarono pochi mesi fa l'insediamento di Greco alla guida della Procura milanese. Quel giorno Ilda Boccassini se ne restò chiusa nel suo ufficio, disertando la cerimonia: e furono in molti a leggere il gesto come una silenziosa protesta della dottoressa contro la decisione del Csm, che aveva bocciato con zero voti a favore la sua autocandidatura al posto di procuratore capo, nominando Greco quasi all'unanimità. Nonostante la comune provenienza dalle fila di Magistratura democratica, i due magistrati erano entrati in concorrenza per lo stesso posto, appena lasciato libero da Edmondo Bruti Liberati; Greco aveva prevalso alla grande; e la Boccassini sembrava averla presa piuttosto male.

Ora invece Greco la chiama al suo fianco come procuratore vicario, designandola a svolgere le sue funzioni in «caso di assenza o impedimento». Certo, oggi tra i procuratori aggiunti la Boccassini è quella con maggiore anzianità, e quindi la sua nomina poteva essere quasi un atto dovuto. Ma Greco va ben più in là, e motiva la sua scelta con giudizi che definire positivi è assai poco: anche perché vanno controcorrente rispetto a alcuni clichè che circondano la dottoressa. La «efficacia nel coordinamento del dipartimento affidatogli», cioè il pool antimafia, non è condivisa da alcuni dei pm più esperti, che in questi anni se ne sono andati in polemica con la dottoressa; e un grande vecchio come Ferdinando Pomarici ebbe a stigmatizzare i criteri con cui la collega sceglieva i suoi collaboratori. Nella gestione delle inchieste antimafia ci sono stati molti successi, ma anche pasticci come l'inchiesta sull'uccisione del procuratore torinese Bruno Caccia, riaperta senza rispettare le regole.

Ed è rimasto memorabile lo scontro con la Procura nazionale antimafia, cui - secondo il pm Filippo Spiezia - la Boccassini tenne nascoste in ben 49 casi le informazioni che era tenuta a trasmettere.

Ciò nonostante, diventa il braccio destro del procuratore Greco: ma solo per dieci mesi. Il 10 ottobre scadrà dall'incarico di procuratore aggiunto e di vicario del capo, e Ilda tornerà semplice pm.

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