Padoan promette all'Europa 2,5 miliardi di nuove tasse

Lettera alla Ue: tagli, privatizzazioni e lotta all'evasione non bastano. In arrivo anche la stangata sulle accise

La lettera del governo Gentiloni alla Ue, firmata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, sembra scritta quasi per intero dall'ex premier Matteo Renzi.

Poi ci sono le nove righe nel penultimo paragrafo che cambiano radicalmente il senso, politico e di merito, della risposta di Roma alla richiesta di Bruxelles di ridurre l'extradeficit per lo 0,2% di Pil.

La manovra da 3,4 miliardi ci sarà, esattamente nei termini in cui la chiedono le istituzioni europee. Sarà fatta di tasse. Interventi sulle imposte indirette (o Iva o accise), tagli alle agevolazioni fiscali e solo in minima parte di tagli alle spese non strutturali.

Nella lettera inviata ieri a Bruxelles si spiega che l'intervento sarà «approssimativamente per un quarto di tagli alla spesa e per il resto di incrementi nelle entrate». I risparmi arriveranno «per il novanta per cento» da tagli alle spese intermedie dei ministeri e alle cosiddette tax expenditures.

I tagli si limitano quindi alle solite sforbiciate alle spese correnti dei ministeri per beni e servizi. Un tipo di spending review poco utile, visto che i risparmi di solito si ripropongono come maggiori spese nell'anno successivo.

Ma il governo include tra i tagli alle spese anche la riduzione delle expenditures, che in realtà sono delle agevolazioni fiscali. Toccarle significa fare salire la pressione fiscale.

Poi gli impegni sulle nuove entrate vere e proprie. La manovra «includerà misure come la tassazioni indiretta, accise e il potenziamento di politiche adottate recentemente con risultati soddisfacenti». La formulazione è vaga, ma il significato è chiaro.

Non è detto che ci siano interventi diretti sull'Iva nel senso di aumenti. Ma potrebbero esserci misure presentate come recupero dell'evasione come il rafforzamento della reverse charge, cioè il pagamento anticipato dell'Iva da parte delle aziende che acquistano beni o servizi, magari includendo la grande distribuzione. Di fatto un salasso da 700 milioni al commercio. È sicuro un aumento delle accise su alcol e tabacchi e anche una riedizione della voluntary disclosure, cioè il rientro agevolato dei capitali esteri non dichiarati.

Il tutto fa lievitare la componente nuove tasse della manovra ben oltre i 2,5 miliardi dichiarati.

Difficile capire se basterà a coprire il deficit. Il governo italiano spera che il conto sia inferiore ai 3,4 miliardi chiesti dalla Commissione europea, visto che l'andamento del Pil potrebbe essere un po' più alto rispetto alle previsioni. Quindi si riserva la possibilità di scegliere solo alcune delle misure elencate.

Padoan include nella risposta al vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e al commissario Pierre Moscovici, un riferimento preciso al terremoto, il cui impatto finanziario «sarà molto probabilmente molto superiore a 1 miliardo di euro già nel 2017». Poi le lodi alle riforme avviate dal governo Renzi e l'assicurazione che il rapporto debito/Pil è stato stabilizzato. I rischi, secondo Padoan, vengono solo dall'esterno. Ad esempio dalla Brexit, che potrebbe condizionare l'Italia «attraverso il canale commerciale e in uno scenario avverso di contagio finanziario». Ma ce n'è anche per Donald Trump.

«Il mutato atteggiamento degli Usa verso le istituzioni multilaterali e il libero commercio» pongono «un rischio per le economie aperte come l'Italia». Previsione che sa tanto di omaggio ai vertici Ue che hanno polemizzato con il neopresidente Usa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica