Da padre Puglisi a don Renzo Beretta: quei sacerdoti caduti per fare del bene

Proprio ieri l'anniversario dell'agguato di Palermo. I casi di padre Lazzaro Longobardi e di don Andrea Santoro in Turchia

Da padre Puglisi a don Renzo Beretta: quei sacerdoti caduti per fare del bene

Don Roberto Malgesini è stato assassinato nel giorno dell'anniversario della morte di padre Pino Puglisi, il prete anti-mafia freddato a colpi di pistola a Brancaccio, quartiere malfamato di Palermo, nel 1993. E la coincidenza non è sfuggita ai più attenti osservatori. Certo, la differenza è lampante: padre Puglisi è stato ammazzato dalla mafia; don Roberto è stato ucciso da un migrante senzatetto con problemi psichici. Ma entrambi possono ritenersi «santi della porta accanto», come ha detto il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, accomunando i due preti di strada. Sacerdoti degli ultimi, preti con l'odore delle pecore (come ama definirli Papa Francesco), che hanno testimoniato la propria fede fino a dare la vita. Don Roberto è solo l'ultimo di una serie di casi che hanno visto protagonisti religiosi o laici morti da «martiri». La chiesa comasca piange don Roberto avendo ancora ben vivo il ricordo di don Renzo Beretta, il parroco di Ponte Chiasso, impegnato nell'aiuto agli emarginati, tossicodipendenti ed extracomunitari. Fu ucciso il 20 gennaio 1999, in pieno giorno sul sagrato della sua chiesa.

Ripetutamente accoltellato all'addome da un marocchino senza permesso di soggiorno che aveva chiesto aiuto a don Renzo. Il sacerdote, in quel momento impegnato in altre attività pastorali, aveva semplicemente risposto Ripassa più tardi. Morì all'ospedale di Como mezz'ora dopo il ferimento. Nel suo testamento spirituale, il sacerdote scrisse: «Quello che ancora ho, non mi è mai appartenuto. Ho ricevuto tutto, tutto appartiene a chi è nel bisogno». Don Roberto e don Renzo sono solo due nomi di una lunga lista di sacerdoti «degli ultimi» assassinati per mano di squilibrati, migranti, vittime di mafia e camorra. Come don Giuseppe Diana, assassinato dalla camorra nel marzo 1994 per il suo impegno nella lotta alla malavita. Venne ucciso nella sagrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe mentre celebrava la messa. Cinque proiettili tutti a segno: due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo.

Padre Lazzaro Longobardi, una vita spesa per i poveri, venne invece barbaramente ucciso in Calabria, il 3 marzo del 2014. «Ha dato la vita per quei poveri per i quali si era sempre speso con tutte le sue energie», disse il vescovo di Cassano all'Jonio, monsignor Nunzio Galantino, allora segretario generale della Cei. Per padre Lazzaro i Cristi di oggi erano i giovani, gli ultimi, gli emarginati, gli immigrati. La mente poi corre al 15 settembre 1993 quando a versare il sangue della fede fu don Pino Puglisi, poi proclamato beato, primo martire della chiesa ucciso dalla mafia. Don Pino sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra; al killer che lo colpì con un colpo di pistola alla nuca disse: «Me lo aspettavo».

Stessa sorte accadde a don Andrea Santoro, sacerdote di Roma, brutalmente assassinato a Trebisonda, in Turchia, mentre pregava inginocchiato. Il suo assassino urlò «Allah è grande». Per il delitto fu arrestato e condannato un giovane di 16 anni.

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