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IL PAESE DEGLI EROI

Atti di coraggio e gesti di impegno quotidiano. Dallo chef dei poveri all'anziano che accudisce il bimbo cieco. Ecco chi sono i 32 italiani premiati ieri da Mattarella

IL PAESE DEGLI EROI

C i sono eroi che vivono dall'altra parte del pianerottolo e che nemmeno pensano di esserlo o vogliono esserlo. Persone che si sono trovate al posto giusto al momento giusto ma non si sono girate dall'altra parte e persone che vivono invece un impegno quotidiano a favore degli altri, dei più poveri, dei più fragili, di quelli che spesso noi - antieroi del quotidiano - fingiamo di non vedere ma non per questo si sentono speciali. Sono Alessandra, Christian, Marco, Dino, Giacomo e Tiziana. Sono Carlo, Rosalba, Massimo, Giovanni, Samba e Romolo. Sono suor Gabriella, Gaetano, Riccardo, Paolo, Angel Micael e Maria. Trentadue italiani che arrivano da Aosta e dal Senegal, da Monfalcone e da Scampia, che hanno 20 anni e ne hanno 90, che sono donne, uomini o non importa. Gente che ieri con il vestito buono stirato di fresco e nel taschino o in borsetta un fazzoletto per asciugare le inevitabili lacrime è andata al Quirinale a prendere dalle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'onoreficenza al Merito della Repubblica italiana. Cavalieri, commendatori, ufficiali per avere aiutato, soccorso, lavorato per il diritto allo studio, la salute, la legalità, l'integrazione. Conoscete questi valori quanto riguardano il prossimo? Noi forse no, loro certamente sì. E se l'Italia assomigliasse a loro sarebbe un Paese più bello, senza dubbio.

Dunque ci sono gli eroi di un giorno. Giovanna Covati, 58 anni, piacentina, che un giorno di agosto, in campagna, durante la vendemmia, si gettò sotto un trattore impazzito per salvare Caterina, una bambina, nemmeno sua figlia: giunse all'ospedale in prognosi riservata, ora sorride felice. Lo rifarebbe, ci scommettiamo. Ci sono Angelo Pessina e Francesco Defendi, due cinquantenni che gettandosi tra le fiamme salvarono un padre e due figlie tra le lamiere di un aereo privato appena precipitato in un aeroclub di Bergamo. Una bambina, Marzia, non riuscirono a salvarla e giureremmo che farebbero volentieri a cambio: la sua vita per l'onoreficenza. C'è l'«eroe seriale» Riccardo Zaccaro, un ventiduenne romano che ha strappato un suicida da un cavalcavia e una coppia di anziani da un rogo nel giro di un anno e mezzo. C'è Samba Diagne, senegalese, che mesi fa fermò e disarmò Mohamad Fathe, che aveva aggredito con le forbici un militare davanti alla stazione Centrale di Milano, un musulmano che annulla la violenza di un altro musulmano. E poi l'argentino-lodigiano Angel Micael Vargas Fernandez, che si buttò dal secondo piano per prendere al volo un bimbo di quattro anni precipitato e con il suo corpo attutì la caduta.

Il coraggio può essere non solo quello di un attimo ma quello di una vita. Quella che Pompeo Barbieri, 25, ha dedicato agli altri grazie a un'associazione di volontariato con cui cerca di restituire quello che sente di aver ricevuto salvandosi dal crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia per il terremoto del 31 ottobre 2002, quando aveva nove anni e ora è sulla sedia a rotelle ma con un sorriso pieno di denti. Ognuno ha il suo dono: Romolo Carletti, 84 anni, ha un bimbetto macedone non vedente che accompagna tutti i giorni nella scuola lontana 30 km dalla sperduta frazione dell'Appennino toscano. Giuseppe Distefano lavora per la donazione degli organi dopo aver acconsentito all'espianto di quelli del figlio 15enne Luigi morto in un incidente stradale. I «disabili attivi» Giacomo Perini e Paolo Pocobelli, uno di Roma, l'altro di Milano, che dalle loro sfighe hanno tratto talmente tanta forza da poterne trasmettere anche agli altri.

Non è stanco di aiutare gli altri il «diacono operaio» Bepi Pistolato, veneziano, che ha 93 anni e per vent'anni ha aiutato i detenuti del carcere maschile di Santa Maria Maggiore. Il pomeriggio li ascoltava e la mattina cercava per loro un paio di mutande o un libro. E ancora: Alessandra Rosa Albertini, pavese di 68 anni, genetista in pensione che ha donato 250mila euro per sostenere i giovani ricercatori. Cristian Bracich, imprenditore triestino che nell'aprile 2018 si vide chiedere un appuntamento da un impiegata. La donna aveva appena scoperto di essere incinta, aveva un contratto a tempo determinato e temeva di perdere il posto. Lui non la cacciò, non la sgridò: le trasformò il contratto da determinato a indeterminato e le aumentò lo stipendio. Investire sul futuro, si chiama: lo fanno in pochi. Ha trovato la sua ragione di vita molto molto lontano Emanuela Evangelista, biologa trentina che nel 2000 scrisse una tesi di laurea sull'Amazzonia e ora è là, in un villaggio nella foresta dello stato brasiliano del Roraima: costruisce scuole, ambulatori, per la prima volta nella tribù dei Caboclos c'è qualche bambino che sa leggere e scrivere.

Altri eroismi, eroismi da domenica mattina in un campo di basket della provincia, a Carpenedolo (Brescia): una partita come tante della categoria «under 13», l'Amico Basket gioca in casa e vince di 10 punti, i tifosi avversari protestano con l'arbitro, l'allenatore di casa Marco Giazzi, 26 anni, cerca di calmarli, non ci riesce: ritira la squadra e perde una partita già vinta. Ma vince la civiltà.

Faceva i panini per i senzatetto della stazione Tuscolana a Roma, Dino Impagliazzo, ex dirigente Inps, oggi 89 anni. Poi dopo il pane è arrivato il companatico e oggi i 300 volontari della sua associazione Romamor vanno in giro per i negozi capitolini o cercare cibo invenduto e in scadenza con cui preparare 250 pasti al giorno.

Shelf life.

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