Cronache

Palette, rilanci e due ore di fuoco. Ecco l'asta del tesoro di Tanzi

Venduti 55 pezzi per pagare il crac: sala affollata, rilanci alle stelle. Il Picasso più atteso chiude a 2,1 milioni di euro

Palette, rilanci e due ore di fuoco. Ecco l'asta del tesoro di Tanzi

Palette, cataloghi, colori chiari e abiti scuri: offerte dalla sala, dai telefoni e in streaming, posti tutti assegnati, fotografi e tv. L'eccitazione è quella delle grandi occasioni. Benvenuti al Centro Svizzero di Milano. In due ore di fuoco si «batte» il tesoro d'arte di Calisto Tanzi da Collecchio, ottant'anni, metà esatti dei quali patròn della Parmalat, già uno degli uomini più potenti d'Italia, condannato in via definitiva a 14 anni di galera per il crac del gruppo, oggi agli arresti domiciliari: bruciò 14 miliardi, affondando il risparmio di 80mila tra obbligazionisti e azionisti. Default.

Bancarotta e acquisti sottobanco (tra il 1990 e il 2000, negli anni dei bilanci truccati), poi nei lunghi anni del processo la Guardia di Finanza sequestrò numerosi beni a Tanzi, tra cui un piccolo museo personale di opere d'arte, un po' esposte nelle sue case, un po' nascoste in garage e caveau svizzeri. Tele, disegni, grafiche, sculture. Monet, Van Gogh e Picasso. Ecco perché si parla di tesoro.

Nella sala d'asta - affidata alla casa fiorentina Pandolfini ieri sera c'erano tutti: galleristi, art advisor, collezionisti, mercanti d'arte (e musei: quello di Van Gogh era interessato a una Natura morta del 1885, che chiuderà a 400mila euro)... All'incanto ci sono 55 pezzi tra impressionisti e capolavori moderni. Incasso atteso: tra i sei e gli otto milioni di euro. Alla fine dopo due ore di offerte e battute saranno di più.

Si inizia con un disegno di Georg Grosz: base d'asta tra i 5 e i 7mila euro. Si chiude, in due minuti circa di offerte e rilanci, a 11mila. Secondo lotto un pastello di Joan Mirò: si parte da 30mila, si arriva in una manciata di secondi a 130mila. Aggiudicato! Un pastello su carta di Degas parte da 10mila euro, chiude a 32mila. E poi via... Un Pissarro del 1880 fa 85mila euro. Un olio su tela di Federico Zandomeneghi tocca i 180mila euro (al telefono). Uno dei pezzi forti vincolato, deve cioè restare in Italia è Finestra di Düsseldorf del 1912 di Giacomo Balla (stima: 70-100mila): in 90 secondi scarsi chiude a 500mila (mentre qualche paletta trema) e parte il primo applauso. Il vicino di sedia dell'acquirente: «Complimenti. Adesso mi inviti a cena e me lo fai vedere...».

Qui c'è da vedere un Gaugain, un Magritte, un attesissimo dipinto di Francis Picabia: Le poulailler del 1912: si inizia con 120mila e si chiude tra telefono a sala a 500mila euro netti: la paletta rimasta alzata è la 616.

Il ricavato va ai creditori. Che sperano al rialzo. Ecco due altre opere di Giacomo Balla (portate a casa da due diversi acquirenti per un totale di 200mila euro). Poi Vasilij Kandinskij, lavori di Manet, Paul Signac, un battagliatissimo Chagall... Ma ci sono anche i grandi maestri italiani: Giovanni Segantini con Savognino d'inverno, Giuseppe De Nittis con il ritratto Uomo con cappello e pipa, e un bellissimo olio di Gaetano Previati (per dire il tono della serata: base d'asta 15mila euro, arriva a 113mila).

Il Ministero del Beni culturali ha giudicato inamovibili dal suolo italiano tre pezzi unici, dichiarati di interesse culturale. Il Balla, il Picabia e Donna con cane del 1885 di Vittorio Matteo Corcos (da 70mila euro di offerta base arriva a 140mila, paletta 115, applausi). Per il resto, liberi tutti.

Stime basse, aspettative alte. L'opera più attesa è Falaise du petit Ailly à Varengeville (1882) di Claude Monet, che però ha il diniego all'esportazione. La tela è il pezzo di più alto valore della collezione: la base d'asta è compresa tra 800mila e un milione. Chiude a un milione e 250mila. Più tardi la Natura morta con limone, arancia e bicchiere di Picasso è aggiudicata a 2,1 milioni. Batte il martello, si battono le mani e si scattano anche le foto coi telefonini.

Dopo un'ora di asta sono andati aggiudicati più di venticinque lotti. Il battitore va via velocissimo, quattro occhi, due lingue (italiano e inglese) dettagli tecnici lunghi due secoli, dall'800 al '900. La storia dell'arte si mescola alla storia giudiziaria. I Tanzi passano.

I capolavori restano.

Commenti