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"Pallavolista afghana decapitata? No, suicida". È giallo

Secondo fonti locali, la giocatrice che rifiutava il hijab non sarebbe stata uccisa dai talebani

«Questa notizia non è affatto vera. Mahjabin si è suicidata 10 giorni prima della caduta di Kabul. Lo scrivo per ridurre le conseguenze psicologiche e di sicurezza di questa notizia nella società». La morte a cui l'editore del quotidiano indipendente Etilaat Roz si riferisce è quella della pallavolista afghana Mahjabin Hakimi, 18 anni, giovane, sportiva e hazara, la minoranza sciita di origine cinese che i talebani perseguitano. Secondo un'intervista a Independent Persian di una allenatrice della ragazza, Mahjabin era stata decapitata a ottobre dai talebani per la sua passione sportiva e perché non indossava l'hijab, ma la notizia sarebbe stata diffusa solo adesso per paura di ripercussioni da parte della famiglia. Mentre la notizia sembrava ricordare al mondo la brutalità dei talebani, a frenare sulla sua autenticità si sono alzate alcune voci giornalistiche dall'Afghanistan. «Non è vero, si è suicidata 10 giorni prima della presa di Kabul da parte dei talebani, quando io guidavo la sezione newsgathering di Tolo News», ha scritto su Twitter Miraqa Popal, ex capo delle news dell'emittente afghana in onda 24 ore su 24, che non entra nel dettaglio di eventuali motivazioni alla base del gesto ma si fa forte del buon nome di Tolo News, testata privata e fin qui indipendente, ma sempre a rischio minaccia da parte dei talebani.

A questo punto sulla notizia si alza l'alone di un giallo. Un giallo che, qualunque sia il finale, ha ricordato al mondo la brutalità dei talebani, contro le donne e contro le donne che praticano sport proprio nelle stesse ore in cui, di nuovo ieri, un gruppo di donne manifestava per i propri diritti a Kabul, contro la crisi economica e la chiusura di scuole femminili.

Mobilitazione e sostegno alla causa delle donne nello sport arriva anche dalla Federcalcio internazionale che ha annunciato come altri 57 sportivi legati al calcio e al basket femminile, «con il sostegno del Qatar e dopo complesse trattative», sono stati portati a Doha con un volo charter della Qatar Airways. Giovedì erano state poco meno di 100. In una nota la Fifa ha anche lanciato un appello a tutti i paesi del mondo «affinché sostengano questa causa umanitaria e offrano a queste donne e alle loro famiglie un posto dove vivere». Come è successo con l'aiuto della Figc nei mesi scorsi per aiutare alcune calciatrici di Herat, ospitate a Coverciano dopo aver lasciato Kabul.

Intanto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e della Federazione Italiana Pallavolo, Giuseppe Manfredi e la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali hanno concordato un minuto di silenzio prima di ogni gara per ricordare la scomparsa di Mahjabin.

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