Sul feretro - portato prima a braccio, in corteo, davanti all'abitazione dei genitori, dove la mamma ha ringraziato tutti con un filo di voce e poi posto al centro del sagrato della chiesa di Santa Lucia - rose bianche, candele accese e un lunghissimo, scrosciante applauso, anche da parte delle tante persone che erano affacciate ai balconi. All'ingresso della parrocchia, poi, un drappo bianco e rosa: «L'amore non priva ma regala, protegge non uccide. Tutti uniti per Giulia e Thiago».
Il funerale di Giulia Tramontano ha richiamato ieri pomeriggio a Sant'Antimo, paese della provincia di Napoli con poco più di 30mila abitanti, alcune centinaia di persone unite in un lungo e silenzioso pellegrinaggio. Gente comune che, anche con la semplice presenza fuori dalla chiesa, ha voluto partecipare al dolore profondo di questa famiglia. Giulia, 29 anni, incinta al settimo mese di gravidanza, è stata uccisa infatti la notte del 27 maggio nell'appartamento dove abitava, a Senago, nel Milanese, dal compagno reo confesso, il barman 30enne Alessandro Impagnatiello.
Ancora ieri la famiglia ha ribadito la richiesta di riservatezza per evitare che telecamere e giornalisti potessero riprendere le fasi del rito funebre che per questo si è svolto come previsto a porte chiuse. All'esterno della chiesa infatti c'era anche la polizia. La cerimonia è durata poco più di 45 minuti. Come ha poi raccontato il parroco, don Salvatore Coviello - in questi giorni vicinissimo alla famiglia e che ieri ha celebrato il rito funebre insieme al vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, - in chiesa c'è stata tanta commozione quando Chiara, la sorella di Giulia, ha letto una lettera di addio per salutare Giulia e Thiago. Da parte sua il vescovo, prima della cerimonia ha detto ai giornalisti che «Giulia può essere indicata come una testimone, una martire, perché portava la vita dentro di sé», sottolineando che, davanti a tanta violenza «c'è solo da dire che abbiamo perso la capacità di rapportarci alla vita». All'uscita della bara infine un altro commosso applauso e il volo di centinaia di palloncini bianchi liberati da giovani donne con addosso una t-shirt bianca che ritrae Giulia incinta e la scritta: «Giulia e Thiago sarete per sempre nei nostri cuori: L'amore non può fare male».
Nello stesso lasso di tempo, gli abitanti di Senago hanno cominciato a riunirsi in via Monte Rosa, nel punto dove il corpo senza vita di Giulia era stato abbandonato dal fidanzato dopo l'omicidio. Lì, dinnanzi al murales realizzato a tempo record e che ritrae la giovane donna con un bimbo tra le braccia, sono state quindi recitate preghiere silenziose e molti hanno lasciato mazzi di fiori, biglietti e ricordi. Venerdì a Milano era stata eseguita l'autopsia sul cadavere della ragazza. Si è scoperto così che il fidanzato l'ha uccisa con una quarantina di coltellate e che potrebbe essere morta dissanguata in pochi minuti.
Una deduzione che arriva da un profondo taglio al collo, sferratole mentre girava le spalle a Impagnatiello e che le ha reciso carotide, giugulare e trachea. Per l'assassino - già accusato di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale - si prospetta l'aggravante della crudeltà e della premeditazione.
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