Palme bruciate in Duomo: c'è l'identikit del vandalo

Una testimone: «Ho provato a fermarlo, ma è fuggito. Era giovane, aveva un montgomery»

Palme bruciate in Duomo: c'è l'identikit del vandalo

Giorni di polemiche e contestazioni contro la foresta tropicale in piazza Duomo a Milano, ma il rogo di un esemplare sabato notte ha scatenato il movimento «Je suis Palma».

La polizia locale ha acquisito ieri nuove immagini dalle telecamere private fissate sulle aiuole che hanno subito l'atto vandalico, e importante è l'identikit fornito da una testimone che si è fatta avanti riferendo di aver visto il ragazzo che ha dato fuoco ad una palma con l'accendino. Era un giovane sui vent'anni, ben vestito, indossava un montgomery. Gli ha chiesto cosa stesse facendo e lo ha rincorso, ma è scappato infilandosi in Galleria Vittorio Emanuele. «La ringraziamo per il senso civico che ha dimostrato - ha dichiarato l'assessore alla Sicurezza del Comune Carmela Rozza -. Se fossi in lui invece eviterei di farmi rintracciare dai vigili e mi presenterei chiedendo scusa per il danno fatto, sia reale che di immagine, alla città». Quasi un appello: se è un incensurato, sarà difficile dal volto risalire al nome. Il danno d'immagine invece è garantito, specie per le falle nel sistema di sicurezza in una piazza (teoricamente) tra le più presidiate secondo il piano antiterrorismo. Era presente una camionetta della polizia, ma non gli agenti non si sono accorti di nulla. Ieri in consiglio comunale Forza Italia ha chiesto che sia convocata con urgenza una commissione sulla sicurezza in Duomo. Anche l'assessore Rozza peraltro ha sollecitato un approfondimento dei piani con questura e prefettura, «quando si verifica qualche smagliatura nel sistema dei controlli si deve intervenire». E le aiuole sponsorizzate da Starbucks hanno tenuto ancora banco a Palazzo Marino. L'esponente della sinistra radicale Basilio Rizzo ha contestato la cifra che sarà investita dalla catena Usa di caffetterie, poco più di 220mila euro in 3 anni: «È congrua per il ritorno pubblicitario che offre un palcoscenico come piazza Duomo?» domanda all'assessore al Verde Pierfrancesco Maran. Che in replica ricorda che è stata l'unica offerta al bando del Comune.

E prova che le polemiche era state ampiamente previste c'è una lettera, datata primo dicembre, in cui l'architetto Marco Bay conferma l'accordo a modificare il titolo del progetto da «Foresta tropicale milanese» a «I giardini milanesi tra XX e XXI secolo» e alla richiesta di abbassare del 40% la quantità dei banani. Il fondatore di Energie per l'Italia Stefano Parisi ha preso le distanze dalla protesta show di Fi e Lega in aula con banane gonfiabili: «Una politicizzazione ridicola».

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