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Paoloni (Sap) risponde a Gino Strada: "Orgoglioso di essere uno 'sbirro'"

Stefano Paoloni, segretario del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), ha scritto una lettera di proteste indirizzata al fondatore di Emergency, Gino Strada, che più volte ha usato il termine 'sbirro' in senso dispregiativo

Paoloni (Sap) risponde a Gino Strada:  "Orgoglioso di essere uno 'sbirro'"

“Ho settant’anni anni e non pensavo più di vedere ministri razzisti e sbirri alla guida del mio Paese, gente che non ha nessuna considerazione per la vita degli altri esseri umani”. Così Gino Strada, fondatore di Emergency, durante la trasmissione Mezz’ora in più di Raitre, ha attaccato il ministro dell'Interno Matteo Salvini che, dinanzi a queste dichiarazioni "choc", ha rassicurato i suoi sostenitori : "Io non mollo, Amici".

Chi, invece, non ha proprio digerito il termine "sbirro" è stato Stefano Paoloni, segretario del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), che ha scritto una lettera di proteste indirizzata a Gino Strada. "Non è la prima volta che Lei utilizza con livore la parola ‘sbirro’ e di questo sono profondamente dispiaciuto. Vorrei ricordarle, innanzitutto, che con questa espressione offensiva, colpisce e svilisce la funzione istituzionale delle Forze dell’Ordine", scrive il sindacalista."Quando si utilizzano determinati appellativi, - prosegue Paoloni - si colpiscono inevitabilmente quegli uomini e donne in divisa (che Lei dovrebbe conoscere bene), impegnati da anni in Sicilia a fornire aiuti umanitari durante gli sbarchi". E ancora:"Dottor Gino Strada, noi siamo orgogliosi di essere sbirri e la brava gente è orgogliosa di noi, perché svolgiamo il nostro lavoro con rischio, dedizione, umanità, ogni giorno per garantire una convivenza civile a tutti i cittadini nel rispetto della legge e dei valori democratici e soprattutto, senza guardare al colore politico del Governo in carica, né il colore della pelle di chi stiamo aiutando". Paoloni sottolinea il proprio orgoglio e quello dei suoi colleghi nel contribuire alle operazioni di sbarco "rischiando spesso il contagio perché muniti esclusivamente di mascherine anti alito".

"Siamo orgogliosi di aver tenuto in braccio quei bambini appena scesi dai gommoni e con il terrore stampato in volto e aver dato loro un po' di calore umano, un abbraccio paterno; una carezza ai loro genitori rassicurandoli che il peggio era passato e che erano in salvo", conclude il segretario del Sap.

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