Il papà del raggio cosmico è un neutrino "impazzito"

Per la prima volta gli scienziati hanno captato la possibile sorgente dei «messaggeri dell'universo»

Il papà del raggio cosmico è un neutrino "impazzito"

C'è un messaggero dell'universo che è depositario di tutti i segreti del cosmo: quel messaggero si chiama «raggio cosmico». La chiave per aprire i suoi misteri si trova in un neutrino impazzito. Che finora nessuno era riuscito ad «afferrare». Per la prima volta un team di cevelloni è riuscito a farlo. La loro - assicura chi se ne intende - è una «scoperta eccezionale». Il motivo? La verità celata in quel neutrino può aiutarci a capire chi siamo e da dove veniamo. Lo «straordinario risultato» è stato pubblicato ieri su Science, autorevole rivista che sta alla ricerca scientifica come la Gazzetta dello Sport al calciomercato. Gli autori della «sensazionale scoperta» il loro colpaccio lo spiegano con queste parole: «Per la prima volta siamo riusciti a individuare la possibile sorgente di un neutrino cosmico grazie all'associazione con una sorgente di raggi gamma, cioè fotoni di alta e altissima energia». Cari esperti, potreste volare un po' più rasoterra? «Si tratta di un blazar, ossia una galassia attiva con un buco nero supermassiccio al centro, distante 4,5 miliardi di anni luce, in direzione della costellazione di Orione». Concetti complessi, non c'è che dire. Ma almeno la storia dei «raggi cosmici», vorremmo capirla. Partiamo da un dato «semplice». E cioè che i ricercatori sono arrivati alla loro conclusione combinando i dati del rivelatore di neutrini IceCube, che opera tra i ghiacci del Polo Sud, e altri 15 esperimenti per la rivelazione dei fotoni da terra e nello spazio. Chiaro, fin qui. E chiaro è pure che l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) hanno dato contributi determinanti alla scoperta. Svelando - assicura chi si intende della materia - uno dei cosmomisteri più affascinanti: l'origine di questi benedetti «raggi cosmici di altissima energia». I quali - per quel poco che abbiamo capito - sarebbero importanti «perché interagiscono con l'atmosfera terrestre». Conseguenze «pratiche» della scoperta? «Si apre un nuovo campo dell'astronomia dei neutrini ad alta energia, che ci aspettiamo produrrà scoperte entusiasmanti nella nostra comprensione dell'Universo e della fisica fondamentale, incluso come e dove vengono prodotte queste particelle ad altissima energia», dice Doug Cowen, professore di fisica, astronomia e astrofisica alla Penn State University, membro fondatore della collaborazione IceCube. Che, alzando il calice al cielo, conclude: «Per 20 anni, uno dei nostri sogni come collaborazione è stato quello di identificare le fonti di neutrini cosmici ad alta energia, e sembra che l'abbiamo finalmente fatto!». Ma, un attimo dopo, ecco il prof.

Cowen tornare ad attapirarsi: «Purtroppo ci sono ancora molte domande sui buchi neri supermassicci, come quali siano i genitori di questi neutrini e i meccanismi con cui si accelerano i protoni». Stia sereno professore. Un aiuto ce lo ha garantito Ufo Robot che, non a caso, è un miracolo di elettronica. Ma un cuore umano ha.

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