
Trasparenza e anti-corruzione: sono le due parole chiave del regolamento per i contratti pubblici che il Vaticano ha diffuso ieri in seguito a un decreto a firma della Segreteria per l'Economia. Papa Leone, dunque, prosegue sulla scia intrapresa già da Papa Francesco, ovvero quella della trasparenza, confermando e in alcuni casi rivedendo le procedure per le forniture agli uffici ed enti della Santa Sede. In sostanza, il nuovo decreto è una sorta di codice degli appalti e regola l'acquisto di beni e servizi e introduce, al contempo, una stretta sui potenziali conflitti di interesse.
Il decreto diffuso ieri riprende il Motu Proprio sulle norme di trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano pubblicato nel 2020 e modificato successivamente nel 2024. Dunque ancora sotto il pontificato di Bergoglio.
Firmato il 5 agosto 2025 dal prefetto della Segreteria per l'Economia, il laico Maximino Caballero Ledo, è diviso in otto titoli e 52 articoli, e definisce le modalità di applicazione dell'ultimo Motu proprio in materia, "Per meglio armonizzare". La disciplina è severa: "Non possono presentare offerta gli operatori
economici che si trovino rispetto al Responsabile del procedimento o al progettista in una delle situazioni di incompatibilità", oppure "che gli
abbiano prestato consulenza, anche a titolo gratuito, in ordine alla realizzazione dell'appalto, ad eccezione dei casi in cui tale consulenza sia avvenuta nella forma della consultazione pubblica che abbia coinvolto più imprese potenzialmente capaci di presentare un'offerta", è una delle norme clou contenute nel nuovo codice. Tutto - beni, servizi, ditte costruttrici, catene di supermercati - dovrà entrare in Vaticano attraverso regolari gare. Tranne rari casi. "Gli Enti possono ricorrere all'affidamento del contratto intuitu personae - recita il Regolamento - con provvedimento motivato e documentando i presupposti per tale
tipologia di affidamento, purché il prezzo pattuito non ecceda del dieci per cento i prezzi di riferimento. Ove i prezzi di riferimento non siano stati rilevati per la particolare tipologia di prestazione oppure, se rilevati, eccedano la predetta soglia, è necessaria la preventiva autorizzazione della Segreteria per l'Economia".
Con il nuovo codice, infine, oltre
alla trasparenza si intende favorire lo snellimento delle procedure, "a favore di un approccio operativo che orienti le scelte economiche nell'ottica di una sempre maggiore eticità e di un impiego sostenibile delle risorse".