Papa prudente su Medjugorje. "Sono esperienze spirituali"

Cautela sulla soprannaturalità della collina in Bosnia: non "apparizioni" ma segni di azione dello Spirito Santo

Papa prudente su Medjugorje. "Sono esperienze spirituali"
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Qualcuno l'ha definito un «luogo di grazia», qualcun altro un «luogo della menzogna», il mondo cattolico è in attesa per il pronunciamento del Vaticano su Medjugorje, la cittadina della Bosnia Erzegovina dove, dal 1981, sei veggenti sostengono di vedere e di ricevere messaggi della Madonna. Ogni anno milioni di pellegrini visitano la collina delle apparizioni, arrivano da tutte le parti del mondo, non più soltanto in forma privata ma anche con pellegrinaggi organizzati ufficialmente da diocesi e parrocchie, dopo che Papa Francesco, nel 2019, li ha autorizzati.

Adesso, alla luce delle nuove norme della Santa Sede sulle apparizioni, pubblicate lo scorso maggio, si attende una parola definitiva che potrebbe arrivare questa mattina, nel corso di una conferenza stampa indetta dal Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il cardinale e teologo argentino Victor Manuel Fernandez.

Chi si aspetta su Medjugorje una dichiarazione di soprannaturalità probabilmente rimarrà deluso, la parola d'ordine è «prudenza»: alla luce del nuovo regolamento, infatti, soltanto il Papa in persona e in casi davvero rari, dopo un lungo studio affidato all'ex Sant'Uffizio, può pronunciarsi in tal senso. Discorso a parte per una dichiarazione di «non soprannaturalità», come successo per le finte apparizioni di Trevignano: questa può essere emessa soltanto quando ci sono segni chiarissimi di una manipolazione del fenomeno, per esempio quando un presunto veggente dichiara di aver inventato tutto o quando delle testimonianze credibili permettono di riconoscere che dietro al fenomeno ci sono soltanto interessi personali o business. Su Medjugorje non sembra essere questo il caso, anche perché lo stesso Papa Francesco, autorizzando i pellegrinaggi alcuni anni fa, ha voluto dare una particolare attenzione pastorale alla cittadina, riconoscendo in quel luogo la presenza di «frutti positivi».

La terza via, proposta dalle norme vaticane, che potrebbe riguardare Medjugorje, è quella intermedia, di un «Nihil obstat», un nulla osta, che, se da un lato non riconosce formalmente la soprannaturalità delle apparizioni, dall'altro permette ai fedeli di non sentirsi in difetto nel frequentare la collina delle apparizioni e a vescovi e sacerdoti di poter agire senza dubbi per stare accanto ai pellegrini e promuovere la diffusione di quella che può esser definita come un'«esperienza spirituale». In questo modo si riconoscono insomma dei segni di un'azione soprannaturale dello Spirito Santo. Per quanto riguarda i sei veggenti è invece improbabile che il Vaticano possa esprimersi definitivamente sul loro operato, anche perché Marija, Vicka, Ivanka, Mirjana, Ivan e Jakov, sostengono ancora di vedere la Madonna, chi giornalmente e chi in altri momenti dell'anno.

A parlare dei veggenti ci aveva pensato la commissione internazionale d'inchiesta voluta da Benedetto XVI nel 2010 e presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Dopo un lavoro di quattro anni la commissione è arrivata alla conclusione che sarebbero vere soltanto le prime sette apparizioni mariane avvenute tra il giugno e il luglio del 1981, sospendendo il giudizio invece su quanto avvenuto negli anni successivi.

Se non si parla dei veggenti e della loro morale, potrebbero invece essere messi sotto la lente d'ingrandimento i messaggi che in questi anni la «Gospa» avrebbe consegnato ai sei veggenti, presentandosi come «Regina della Pace».

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