Il pappagallo di Portobello fa imbufalire gli animalisti

Ci mancava pure il pappagallo. In mancanza di meglio, gli animalisti si sono indignati pure per l'utilizzo del pappagallo in Portobello, lo show che Antonella Clerici ha riportato in tv sabato su Rai1 31 anni dopo quello storico, epocale, divertentissimo di Enzo Tortora (tra l'altro buon risultato d'ascolto: 4.150.000 spettatori con il 20,17% di share). Come si sa, il pappagallo è parte centrale del format e difatti non a caso si chiama proprio Portobello. Una delle scene storiche della tv italiana è quella in cui la grande Paola Borboni nel 1982 lo fece parlare dopo cinque anni di silenzio assoluto (il montepremi pagò le spese di un intervento chirurgico di ricostruzione facciale a un bimbo ustionato al volto). Adesso Portobello non va più bene. «Riproporre in Tv (tra rumori, luci) pappagalli o acquari significa non aver compreso che la società si è evoluta», tuona la Lav. «Ci sarà un'impennata di vendite di questi animali» si è scatenata Sara Turetta fondatrice della Onlus Save The Dogs. Nel rosario di indignazione sta a pennello anche Ermanno Giudici de «Il Patto Tradito» che arriva a paragonare lo stato d'animo del pappagallo sul trespolo a quello di «noi uomini in una metropolitana sovraffollata, senza aria condizionata e con la musica che ci perfora i timpani». Ma forse lui non ha mai preso le metropolitane di Milano e Roma, altrimenti avrebbe usato un altro paragone. Già gli spot del nuovo Portobello avevano scatenato la Sos Pappagalli, che aveva condiviso la petizione online di Canale Etologia che suggeriva addirittura la ricerca di «un pappagallo ben socializzato ed equilibrato, abituato alla presenza delle persone, per gestirlo completamente libero di esprimersi». Proprio così, testuale.

Comunque, in attesa di scoprire se davvero da domani si venderanno più pappagalli, dovrebbero scattare altre indignazioni.

Ad esempio bisognerebbe impedire tutte le repliche di film della Metro Goldwin Mayer con John Wayne o Marlon Brando: il leone che ruggisce all'inizio non è «ben socializzato o equilibrato». E Gatto Silvestro? Non sia mai che a ogni replica del cartoon aumentino drammaticamente le vendite di gatti.

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