Parigi testa un nuovo razzo nucleare

Il ministro Lecornu: "Elemento di deterrenza". E Putin vola a Minsk da Lukashenko

Parigi testa un nuovo razzo nucleare
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La risposta europea alle esercitazioni russe con armi nucleari tattiche è giunta, com'era prevedibile, da Parigi: l'unica capitale dell'Ue a vantare l'arma atomica. Anche se il test era previsto, il fatto che sia stato effettuato in Europa con successo mercoledì, a distanza di pochissimi giorni dalle minacce del Cremlino, ha fatto drizzare le antenne alle cancellerie. Dai cieli francesi è partito un missile supersonico Asmpa-R. Senza bomba a bordo, solo un test, andato a buon fine. Che è però il cuore di una strategia messa nero su bianco da Macron: mostrare i muscoli. Il suo ministero spiega che l'esercitazione preserva «la credibilità operativa» delle forze transalpine. Secondo il ministro della Difesa Lecornu l'operazione Durandal è stata un successo per «la componente nucleare aviotrasportata della deterrenza francese». Ed è pure previsto che Parigi si doterà di missili nucleari aria-terra di quarta generazione entro il 2035, come parte del pacchetto evocato da Macron alla Sorbona, quando ha espresso la necessità di una difesa europea «credibile». Che al momento non c'è.

Ursula von der Leyen ha incaricato l'ex presidente finlandese Sauli Niinistö di scrivere un rapporto sulla prontezza degli strumenti di difesa Ue, spiegando che bisogna imparare da un popolo che vive in prossimità di un imprevedibile e aggressivo vicino. E mentre nell'oceano c'è uno dei 4 sottomarini francesi con missili balistici nucleari, in grado di effettuare attacchi a lunghissima distanza, il fronte Baltico rilancia l'allarme russo. Guerra ibrida, azioni di spionaggio, operazioni di destabilizzazione, attacchi elettronici. Oltre alle voci di un Putin (oggi in arrivo da Lukashenko) pronto a ridefinire i confini marittimi.

Per la premier estone Kallas, Mosca contesta l'ubicazione di circa la metà delle boe galleggianti che tracciano la linea di separazione. Nella notte tra mercoledì e giovedì, le guardie russe di frontiera ne avrebbero rimosse alcune, tra quelle piazzate sul fiume Narva per impedire alle barche di allontanarsi accidentalmente in acque straniere. Kallas riduce il tutto a «incidente di confine», ma ricorda che tali recriminazioni vanno avanti dall'inizio della guerra in Ucraina e che il Cremlino ricorre a questi gesti per seminare insicurezza. «Bisogna guardare le cose in uno schema più ampio», è l'invito ai leader Ue.

Da settimane, l'Estonia è infatti portabandiera della creazione di un fondo comune di 100 miliardi per finanziare in casa la produzione di armi e munizioni da spedire a Kiev, e utile anche a sostenere l'industria militare Ue. Macron è d'accordo, Scholz no. Più che Eurobond, il cancelliere tedesco predilige la spesa nazionale, e semmai il ricorso agli extra-profitti dagli asset russi congelati, ma non è chiaro in che misura questa strada sia praticabile fino in fondo. Il presidente francese sarà a Berlino nel fine settimana per un confronto. Poi Consiglio di difesa congiunto, in un clima tesissimo. Pochi mesi fa, la Germania ha infatti acquistato senza coordinarsi con gli alleati Ue il sistema di difesa antimissile israelo-americano Arrow-3, che non sarà operativo prima di un anno e mezzo. Nel frattempo, per i russi, la Norvegia annuncia l'inasprimento degli accessi dal confine terrestre: dal 29 maggio stop pure ai visti turistici.

Se tenteranno di attraversare l'ultimo passaggio, Storskog-Boris Gleb, «interverranno le autorità». Uniche eccezioni: visite a genitori, coniugi e figli residenti in Norvegia e per lavoratori o studenti in Norvegia o in area Schengen.

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