Guerra in Ucraina

Parigi vale un miliardo. "Così l'Ucraina può resistere". E Putin tenta l'asse con Xi

La conferenza francese stanzia un nuovo maxi pacchetto di aiuti, l'Ue manda a Kiev 840 generatori elettrici. Lo Zar vuole evitare l'isolamento: vedrà il leader cinese

Parigi vale un miliardo. "Così l'Ucraina può resistere". E Putin tenta l'asse con Xi

Parigi val pure un miliardo. È la cifra che sarà stanziata per l'Ucraina dopo la conferenza di ieri nella capitale francese. Fondi che serviranno «per aiutare la popolazione a trascorrere l'inverno in un Paese le cui infrastrutture sono state devastate dagli attacchi da parte dei russi», ha spiegato la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna. La fetta più grande, 415 milioni, sarà destinata agli interventi sul settore energetico, 38 milioni per l'alimentazione, 25 milioni per l'acqua, 17 milioni per la salute e 22 per i trasporti mentre il resto dei finanziamenti è ancora da definire. Accolte dunque le richieste di Zelensky che aveva chiesto almeno 800 milioni di euro di aiuti per il suo Paese. Non solo: varato anche il cosiddetto «meccanismo di Parigi» che coordinerà in maniera più efficiente gli aiuti internazionali a Kiev sulla base di una struttura di protezione civile Ue che secondo i piani «consentirà una risposta in tempo reale alle esigenze espresse dall'Ucraina».

Non è stata la conferenza di pace che ci si augurava ma alcuni risultati importanti sono comunque arrivati. «Stiamo facendo di tutto per contrastare il terrore energetico», ha detto Zelensky in apertura di conferenza, tornando a chiedere anche aiuti, oltre che militari, sotto forma di generatori elettrici considerato che «la situazione del sistema energetico ucraino rimane difficile». Un'altra richiesta subito accolta. «Dobbiamo tenere la rete ucraina in funzione nonostante i bombardamenti russi. Quindi abbiamo fornito 40 grandi generatori per garantire una fornitura energetica senza interruzioni a 30 ospedali, oltre agli 800 generatori che stiamo mandando in tutto il Paese» ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Sul fronte militare, secondo quando riferito dalla Cnn, Il governo americano sarebbe pronto a inviare a Kiev i missili terra-aria Patriot, tanto richiesti dalle forze armate ucraine. Questi missili permetterebbero di rafforzare notevolmente la difesa dello spazio aereo. Escluso quindi, almeno per il momento, che arrivino in Ucraina armi in grado di favorire una controffensiva su suolo russo.

Difesa ad oltranza, quindi, anche perché il percorso di pace è sempre più un miraggio. «Il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina entro la fine del 2022 è fuori questione», liquida seccamente l'ipotesi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, tornando a sostenere la strampalata tesi secondo cui Kiev dovrebbe tenere in considerazione l'esito dei referendum farsa prima di intavolare qualsiasi trattativa. Non solo: per il Cremlino le proposte di pace formulate da Zelensky non fanno altro che aumentare il livello della tensione. «Porteranno a nuovi scontri», ha detto Peskov. Ma nel mondo al contrario immaginato dai russi spunta un fattore che potrebbe sparigliare le carte. Secondo i media di Mosca infatti entro la fine dell'anno Vladimir Putin avrà un colloquio diretto con il leader cinese Xi Jinping. E il posizionamento di Pechino sarà decisivo per il futuro del conflitto. La Cina infatti ha finora tenuto una posizione sostanzialmente equidistante muovendo però anche diverse critiche all'invasione voluta da Putin. Se Pechino si avvicinasse a Mosca, lo Zar ne uscirebbe decisamente rafforzato ma in caso contrario, la Russia rimarrebbe completamente isolato. E sono molti a puntare su questo secondo scenario. La Cina infatti non ha nessun interesse, soprattutto economico, a contrapporsi all'Occidente su una questione che di fatto non la riguarda.

Intanto, mentre continuano i radi russi in tutto il Paese, la procura generale di Kiev ha documentato 154 casi di violenze sessuali commesse dai militari russi dall'inizio della guerra.

Quanto di più lontano possa esserci dall'inizio un percorso di pace.

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