Il primo impegno che si prende è «affrontare con pignoleria» quei problemi che «da altri vengono considerati con supponenza». Le buche nelle strade, per dire. Stefano Parisi ha lanciato ieri la campagna per riconquistare Milano dopo i 5 anni di mala-gestione Pisapia riprendendo il motto dell'ex sindaco Gabriele Albertini, di cui è stato city manager e che conta di arruolare in giunta se vincerà la sfida: «Faremo anche gli amministratori di condominio». Giallo sarà il colore simbolo della campagna. Lo slogan: «Io corro per Milano». E va veloce, a leggere i dati del primo sondaggio sulle Comunali arrivati giusto ieri per mettere in allarme il premier Renzi che ha puntato sull'ex commissario Expo Giuseppe Sala. Già, ha vinto ma non stravinto alle primarie dello scorso 7 febbraio. E Affaritaliani.it, che in collaborazione con l'istituto di sondaggi Termometro Politico ha raccolto le intenzioni di voto di 4mila potenziali elettori, rivela che Sala è al primo posto con il 41% dei voti ma Parisi, sceso in campo due settimane fa, è già incollato con il 36,5%. Al 14% la candidata M5S Patrizia Bedori mentre l'ex ministro Corrado Passera che si candida con una lista civica è intorno al 3%. «Beppe Sala non è avanti quanto ci si sarebbe potuti aspettare qualche mese fa - il commento del direttore di Termometro Politico Gianluca Borrelli - Il distacco è veramente poco, e in ottica ballottaggio il centrodestra, con Passera, potrebbe avere una chance di sorpasso». Numeri che sorprendono lo stesso Parisi: «Non vado molto dietro ai sondaggi ma mi meraviglia - ammette - pensavo che il distacco fosse molto maggiore, io ho appena iniziato la campagna». E ieri intorno a lui c'erano i leader del centrodestra, la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini che sarà anche la capolista del partito, idem Matteo Salvini per la Lega, sulla buona strada anche Maurizio Lupi per Ncd (ma la sua sarà una lista centrista, senza il simbolo del partito) mentre Ignazio La Russa cede il posto all'ex vicesindaco Riccardo De Corato per Fdi ma è «pronto a entrare in giunta come assessore alla Sicurezza o al Traffico». La Gelmini assicura che anche Silvio Berlusconi «sarà in campo in maniera forte e determinata» per riconquistare Milano e lancia l'hashtag #Beppenonstaresereno «perché noi ci siamo e siamo qui per rimanere. Milano non sarà una passerella, ma il nostro impegno per 5 anni». E i big lanciano da Milano «l'avviso di sfratto» al governo Renzi». Parisi assicura che «mettere insieme Lupi e Salvini non è stato complicato». Ma il leghista chiarisce che non salirà sul palco con Alfano e Lupi che «con Matteo non siamo una coppia di fatto, ma Milano potrebbe anche essere un laboratorio politico per il futuro».Parisi detta i primi punti del programma, dalla messa in rete delle telecamere pubbliche e private per «dare un volto anche a chi commette piccoli furti» alla rivoluzione digitale in Comune, «con Pisapia sono raddoppiate le tasse ma non sono migliorati i servizi».
Invita Sala a un confronto pubblico «sano e leale, la campagna deve essere un momento creativo e non di conflitto fine a sé stesso, non servono scontri violenti e strumentalizzazioni». Anche se Salvini affonda il coltello: «Non vorrei che qualcuno stesse ancora facendo ora, da candidato sindaco del Pd, campagna elettorale usando denaro pubblico. Io ho questo dubbio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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