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Prima parla di precari, poi Schlein lascia in Cig 90 dipendenti del partito

Grandi proclami fuori, ma il Pd applica la Cassa integrazione e taglia gli stipendi

Prima parla di precari, poi Schlein lascia in Cig 90 dipendenti del partito

Per Elly Schlein, nuova stella della sinistra italiana, l'introduzione in Italia di una legge sul salario minimo è la madre di tutte le battaglie. Mercoledì scorso la neo segretaria del Pd ha sfidato il capo del governo Giorgia Meloni proprio su questo terreno, nel primo faccia a faccia in Parlamento: «Signora presidente c'è un dramma di questo Paese di cui non sentiamo parlare mai. La precarietà è il lavoro povero, occorre fissare per legge un salario minimo perché sotto una certa soglia non si può chiamare lavoro ma sfruttamento», è stato il grido d'allarme di Schlein a Montecitorio. Facendo passare in secondo piano anche la circostanza che gli ultimi ministri del Lavoro (da Poletti a Orlando) siano stati tutti di area Pd.

Il riconoscimento di una paga dignitosa per tutti i lavoratori è il pilastro del manifesto politico della leader della sinistra. La stella polare del proprio mandato al timone del Partito democratico. Peccato però che proprio il «suo Pd», la forza politica di cui è capo, abbia deciso di rinnovare per un altro anno la cassa integrazione in deroga ai 90 dipendenti. Altro che paga dignitosa. Con il ricorso alla Cig lo stipendio è ridotto, in prima battuta, subito dell'80%. Nel caso dei democratici si tratta di una misura in atto, a rotazione, dal 2017. E dunque per i lavoratori collocati a riposo il salario è al minimo legale. Un paradosso per la segretaria che si batte per uno stipendio equo e adeguato per tutti i lavoratori d'Italia e dell'Universo. Tranne che per i suoi dipendenti? Potrebbe iniziare dal Nazareno, nell'attesa che il Parlamento legiferi sul salario minimo. Revocando la cassa integrazione ai lavoratori e restituendo uno stipendio in linea con la media. Maurizio Landini avrebbe già indetto una mobilitazione di piazza se si fosse trattato di un'azienda privata.

Bisogna fare un passo indietro, all'approvazione dell'ultimo bilancio. Nella relazione che accompagna il via libera al rendiconto il tesoriere Walter Verini, sostituito domenica scorsa dalla Schlein con il senatore Stefano Fina, scrive: «Il 30 settembre 2022 scadrà la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori». E dunque si profilava il rientro al lavoro con stipendio pieno? Niente affatto. Il Pd ha rinnovato anche per il 2022-2023 la richiesta per la cassa integrazione in deroga per i 90 dipendenti. L'ex tesoriere Verini interpellato dal Giornale conferma: «Sì, la Cig è stata rinnovata per più di 90 lavoratori fino al 30 settembre 2023».

I lavoratori resteranno senza salario minimo fino al 30 settembre 2023. Altri 6 mesi senza uno stipendio dignitoso? Non c'è alternativa. Schlein potrebbe imporre la svolta, iniziando con la revoca della Cig. Garantirà il salario minimo ai suoi lavoratori? In quel caso non c'è bisogno di una maggioranza parlamentare. Non servono i numeri dell'Aula. Non è indispensabile l'intesa con Calenda e Conte. Leggendo le carte dell'ultimo bilancio la strada appare tutta in salita. La relazione contabile prefigura incentivi per l'esodo più che assunzioni e salari minimi. Un battesimo di fuoco per Elly. Tra lavoratori in cassa integrazione e tasse condominiali non pagate. L'altro caso denunciato dalle Iene riguarda la sede del Pd di Tor Pignattara a Roma dove il circolo locale non versa la quota per il condominio. Il debito ammonterebbe a circa 10mila euro.

Altra grana per Schlein.

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