Qualche mese fa non sapevamo neppure se avrebbero preso parte o no alle attività parlamentari, perché le elezioni stesse rappresentavano un punto di domanda, poi i deputati britannici che sono stati eletti a Strasburgo e Bruxelles, quelli pro Brexit almeno, hanno deciso di mettere in atto una protesta simbolica: voltare le spalle agli scranni della presidenza o rimanere seduti al loro posto, durante l'esecuzione dell'Inno alla Gioia, che è quello dell'Unione europea. Un esordio da evidenziare, insomma.
Il "Brexit Party" di Nigel Farage ha fatto cappotto lo scorso 26 maggio. I sovranisti britannici si sono riorganizzati attorno al loro storico leader, dettando tempi e temi di un'uscita dal contesto europeista che, entro il prossimo 31 ottobre, avrà quasi sicuramente luogo. E il risultato di quella tornata ha anche certificato come l'esito del referendum del 23 giugno 2016 non abbia affatto perso in termini di consistenza politica.
Boris Johnson, che è favorevole alla Brexit nella versione più decisa possibile, è proiettato verso la vittoria delle primarie del Partito Conservatore. Tutto, insomma, suggerisce come la permanenza del Regno Unito nell'Unione europea sia ormai agli sgoccioli. Come la prima seduta dell'assise parlamentare, peraltro, ha metaforicamente ribadito. A dare le spalle o a non officiare al tutto alzandosi nel corso del componimento dell'inno basato sui versi di Friedrich Schiller, però, non sono stati solo i parlamentari di Nigel Farage.
Il Corriere della Sera riporta pure come degli esponenti di Identità e Azione, che sono dei sovranisti transalpini, abbiano operato la medesima decisione.Il gesto, a ben vedere, non ha neppure bisogno di una spiegazione. La foto del momento, che sta circolando pure sui social network, parla da sè.
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