Il parroco argentino a Gaza da trent'anni: "Vado avanti, resto vicino alla mia comunità"

Origini italiane, il defunto Bergoglio lo chiamava ogni sera

Il parroco argentino a Gaza da trent'anni: "Vado avanti, resto vicino alla mia comunità"
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Padre Gabriel Romanelli è stato ferito a una gamba durante un raid israeliano che ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia nel quartiere Al-Zaytoun di Gaza City, unica parrocchia cattolica della Striscia. Dall'inizio della guerra dà rifugio alla popolazione cristiana e a intere famiglie in difficoltà. "La nostra chiesa è molto danneggiata e abbiamo tre morti da piangere - sono state le sue prime parole - . Ma andrò avanti, voglio restare vicino alla mia comunità". Poi ha scherzato: "La gamba ferita è la sinistra, io sono destro. Giocherò ancora a calcio". Il Padre, 56 anni, argentino di Buenos Aires, nato da una famiglia di origine italiana, è a Gaza dal 2019. Don Romanelli ha sempre chiesto tregua e pace. La sua è una vita vissuta in Medio Oriente. Ha passato qui 30 anni, ed è diventato un punto di riferimento per tutta la comunità cristiana della Striscia. Era a Betlemme quel terribile 7 ottobre, che ha segnato la storia di Israele.

Nell'ultimo anno l'impegno di padre Romanelli per assistere le persone che vivono in quell'area e chiedere un cessate il fuoco è stato sempre più incessante. La sua formazione avviene all'Istituto del Verbo Incarnato, una congregazione religiosa dedita all'apostolato e con una forte vocazione missionaria in diverse parti del mondo. L'educazione ricevuta ha influenzato il suo approccio pastorale e determinato anche la scelta di vivere in un territorio afflitto come quello di Gaza. La sua parrocchia, oltre a fedeli cattolici, è importante per centinaia di ortodossi e accoglie un gran numero di profughi di ogni fede e provenienza. Padre Romanelli aveva un rapporto privilegiato con Papa Francesco. Durante i suoi ultimi mesi, ogni sera il Pontefice chiamava il parroco, e ha continuato a farlo fino a due giorni prima di morire. Parlavano di quanto stava accadendo a Gaza e soprattutto delle condizioni della popolazione ridotta allo stremo.

E proprio pochi giorni fa Don Romanelli aveva ricordato la situazione difficile nella Striscia: "La farina è intorno ai 18 euro al chilo, i pomodori intorno ai 23 euro, una singola cipolla tra i 12 e i 15 euro. Per un chilo di zucchero ci vogliono almeno 100 euro. Ma intanto il caffè neanche amaro lo potremmo prendere: un chilo non costa meno di 250 euro". E poi aveva raccontato: "Tutto intorno a noi c'è solo morte e distruzione.

È assurdo, ma ormai dopo 21 mesi gli orrendi rumori delle esplosioni sono entrati nell'ordinarietà della vita quotidiana". Ma il Padre, è certo, continuerà ancora ad ascoltare le grida strazianti delle vittime. "In questa situazione la forza della preghiera, - ha raccontato - è l'unica cosa che non ci fa precipitare nella disperazione".

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