Il Nord richiamala politica e il governo al "senso del limite". A spiegarlo è Vincenzo Boccia che guida la rivolta degli imprenditori settentrionali contro la manovra. Una protesta che parte da Torino - dove si svolgono oggi gli stati generali delle associazioni di imprenditori - e dall'Alta velocità: un modo per chiedere all'esecutivo di non dimenticare le istanze delle imprese che trainano l'economia del Paese.
"Siamo 12 associazioni che rappresentano 3 milioni di imprese, oltre il 65% del pil", ha spiegato il leader di Confindustria, "Un segnale importante che si vuole dare al governo: si parte dalla Tav, si pone la questione infrastrutture, in senso largo, grandi e piccole, e si pone un auspicio che è quello di attenzione alla crescita. La Tav Torino-Lione è un cantiere, non è un progetto. Occorre avere un equilibrio tra ragioni del consenso e ragioni dello sviluppo".
"Partiti non ne facciamo", assicura Boccia a chi gli chiede se oggi nasce il "partirto del pil": "Ce ne sono già troppi di partiti, non ci mettiamo anche noi". Ma chiede al governo di trovare "una quadra sulla procedura di infrazione" da parte dell'Europa per la manovra economica. "L'emergenza è uscire quanto prima dalla procedura di infrazione perché comporterebbe il blocco dei fondi di coesione e il rientro forzato dal debito pubblico che, seppure per un ventesimo, comporta problemi non indifferenti in termini di manovra", spiega Boccia, "Mi sembra che l'Europa apra una finestra: per 4 miliardi di euro, onestamente, su una manovra che ne quota 37 non vale la pena aprire una procedura di infrazione, che sarebbe a danno dell'Italia, perchè la pagherebbe il popolo italiano".
Il leader degli industriali è poi tornato a ribadire che la questione prioritaria è quella della crescita: "Questo governo dice che la manovra è sostenibile grazie alla crescita ma a nostro avviso ci sono pochi elementi", ha detto, "La sfida è quella della crescita, ossia cosa facciamo con quelle risorse, come le applichiamo, quali impatto hanno sull'economia reale. Se determineranno più occupazione, più crescita, più investimenti, più export la sfida sarà vinta, altrimenti è persa da tutti. ".
Proprio perché si parla di recessione dobbiamo reagire, perché la decrescita non porta bene a nessuno. Vedere una fabbrica chiusa è come avere un lutto in famiglia- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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