La partita segreta tra America e Russia per non "bruciare" la pista del negoziato

Lo Zar in difficoltà fa lanciare messaggi sulla trattativa. Biden indica la Cina come nemico numero uno e frena sui missili a lungo raggio. Contatti nascosti: c'è il rischio di far saltare tutto

La partita segreta tra America e Russia per non "bruciare" la pista del negoziato

Ufficialmente il Sultano e lo Zar non hanno discusso di piani di pace per l'Ucraina, ma in realtà tutto si muove sotto traccia. Russi e americani continuano a mantenere un canale aperto. E ci sono già delle opzioni concrete sul tavolo per una possibile trattativa, che non potrà escludere gli ucraini, ma ancora da finalizzare per portarle all'approvazione del Cremlino e della Casa Bianca. Se in questo momento saltasse fuori qualche indiscrezione salterebbe tutto. In realtà il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha già detto molto prendendo la parola alla Conferenza di Astana, prima di incontrare Vladimir Putin. La Turchia è impegnata a «fermare lo spargimento di sangue il prima possibile nonostante le difficoltà sul campo». L'obiettivo di Erdogan è resuscitare i colloqui di pace a Istanbul, che avevano visto la luce all'inizio dell'invasione, ma coinvolgendo anche gli Usa e l'Unione europea. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ripete ogni giorno che non tratterà mai con Putin. Il francese Emmanuel Macron, che ha continuato a rimanere in contatto, almeno telefonico, con Mosca ha lanciato un messaggio chiaro agli ucraini. «Continueremo a consegnare a Kiev i cannoni Caesar e anche radar e missili antiaerei», ma secondo il presidente francese «a un certo punto l'Ucraina dovrà per forza negoziare, che non significa rinunciare».

Lo Zar sa di essere in difficoltà e di avere fatto il passo più lungo della gamba con la sciagurata invasione del 24 febbraio. I russi stanno lanciando dei messaggi di apertura seppure con il freno a mano tirato. Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, a margine dell'incontro di Astana ha dichiarato che «nessuno si è rivolto alla parte russa con proposte serie specifiche, ma se ce ne sono Mosca è pronta a prenderle in considerazione». Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, sostiene che gli obiettivi della folle invasione «possono essere raggiunti attraverso i negoziati». Ancora troppo poco se non mezze provocazioni. Per questo motivo la Casa Bianca è cauta anche se non chiude del tutto la porta a un incontro fra Biden e Putin al G 20 del 15 novembre. Non solo: il nuovo documento sulla sicurezza nazionale Usa evita di indicare come nemico numero uno la Russia. La vera rivale è la Cina grazie al suo intento di «ridisegnare l'ordine globale» e alla forza per tentare l'impresa. A differenza dei russi impantanati in Ucraina. Un motivo in più per trattare con il Cremlino da una posizione di forza visti i rovesci dell'orso russo sul terreno.

Pure sull'aiuto bellico, che ha reso possibile i successi ucraini, Biden continua a stoppare le richieste di Kiev di missili Atacms capaci di colpire agevolmente tutta la Crimea e il territorio russo in profondità. La Nato si sta indirizzando sullo «scudo europeo» ovvero sistemi difensivi avanzati che proteggano ulteriormente i cieli Ue da fornire anche all'Ucraina per intercettare missili, droni e caccia bombardieri. Mosca lo vede come fumo negli occhi ed ennesima «prova» del coinvolgimento occidentale nel conflitto. Però è sempre meglio della zona di non sorvolo che Kiev voleva fin dall'inizio con l'intervento di aerei Nato, sicura scintilla per la terza guerra mondiale.

Il vero problema è che il tempo per dare una possibilità al negoziato non dura in eterno. Adesso è il momento buono con i russi in difficoltà e il fronte che sta tornando in una fase di stallo.

Attorno all'anniversario del primo anno di guerra le riserve russe saranno dispiegate arrivando con i militari già in linea a una massa d'urto di quasi mezzo milione di uomini. Non tutti pronti a morire per il Donbass, certo, ma il generale Sergei Surovikin (detto «Armageddon»), appena nominato da Putin sarà pronto a sferrare nuovi attacchi facendo annegare qualsiasi trattativa nel sangue.

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