Il Partito repubblicano scuote il centrodestra

Berlusconi insiste sul soggetto che riunisca i moderati: "Non disperdiamoci in mille rivoli". Tiepidi i possibili alleati. Salvini: "Non mi sciolgo in niente". Meloni: "No all'ammucchiata"

Il Partito repubblicano scuote il centrodestra

Roma«Bisogna convincere gli elettori che devono votare per un unico grande partito, è un reato oggi non andare a votare perché non siamo più in una democrazia. L'esempio a cui dobbiamo rifarci è la più grande democrazia del mondo: l'America. Dobbiamo fare un grande partito repubblicano». Silvio Berlusconi incontra i candidati pugliesi a Palazzo Grazioli e si confronta con loro sul futuro del centrodestra e sulla nuova idea che sta maturando nella sua mente da qualche settimana. Prima ricorda come «a causa degli alleati non ho potuto fare con i miei governi la rivoluzione liberale che avevo in mente».

Il ragionamento del premier parte dall'osservazione della realtà e dallo scenario che l'Italicum - la nuova legge elettorale prevede il premio al primo partito e non alla coalizione - imporrà alle forze politiche. L'idea di fondo è che esiste una forte domanda nel Paese di una forza di centrodestra capace di incidere e parlare con una voce sola. L'offerta attuale, però, non è convincente, con lo spezzettamento in mille rivoli e divisioni fin troppo visibili all'esterno. La maggioranza non di sinistra dell'elettorato rischia di rimanere apolide, a meno che tutti non rinuncino a qualcosa e decidano di cambiare rotta.

Il messaggio di Berlusconi è semplice: o ci muoviamo oppure regaliamo al Pd di Renzi una longevità immeritata legata più alla nostra debolezza che alla sua forza. Il presidente di Fi - che per sé immagina un ruolo da regista - ha avuto modo di visionare un report preparato da Alessandro Cattaneo che invoca «idee, linguaggi e persone nuove per costruire il centrodestra del futuro». Ma c'è anche un livello europeo del confronto. Non è passata inosservata la scelta compiuta da Nicolas Sarkozy di cambiare il nome all'Ump e di ribattezzarlo: «I Repubblicani». La decisione dovrà essere sottoposta al vaglio dei militanti a fine maggio. L'esito è in bilico visto che molti non gradiscono una scelta considerata «troppo americana». In ogni caso alla luce del fatto che in parallelo Forza Italia e Ump si stanno dirigendo verso una analoga direzione, a giugno ci sarà un confronto tra i due partiti, con un incontro organizzato da Antonio Tajani e Deborah Bergamini, per una elaborazione comune di questa intuizione.

Finora le reazioni nel centrodestra sono state tiepide. In particolare Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno liquidato l'idea come una sorta di listone unico Berlusconi. «Non mi sciolgo in niente.

Voglio arrivare al ballottaggio con il mio progetto politico», ha detto Salvini, mentre la Meloni si è detta indisponibile a una «ammucchiata». Dopo le Regionali, però, Berlusconi è convinto si possa fare breccia in queste convinzioni. E inaugurare un nuovo cammino, dentro un perimetro di regole e idee diverso dal passato.

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