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La pasionaria etno-chic dall'osanna al crucifige. La parabola "stilosa" della santa in kefiah

Ormai bruciata anche la sua immagine di finta trasandata: meglio più sobrietà

La pasionaria etno-chic dall'osanna al crucifige. La parabola "stilosa" della santa in kefiah
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Non è affatto bello infierire su chi è caduto in disgrazia. Specialmente nel caso della pasionaria dell'etno-chic Francesca Albanese, condannata in un battito d'ali dall'osanna al crucifige. Sì, è vero che dopo aver riscritto la narrazione del conflitto in Medio Oriente, dopo aver rimproverato sindaci, maltrattato e deplorato chiunque avesse osato contraddirla, offeso un senatore della Repubblica, la caduta brusca è arrivata soltanto quando l'audacia rinvigorita da un parterre compiacente che la farciva di onorificenze e chiavi di città ha spinto la relatrice a un punto di non ritorno: ha esortato i giornalisti, categoria notoriamente suscettibile, di tornare a fare il loro lavoro per bene. Il monito lanciato dopo l'attacco alla Stampa, che ricorda la patetica difesa di un predatore sessuale colto sul fatto sì, però la ragazza aveva la minigonna- ha scatenato un fuggi fuggi generale, da chi la scopre "troppo divisiva" a chi, improvvisamente, le riconosce "il poco rispetto per la libertà d'informazione".

Povera Albanese, e pensare che lei ce l'aveva messa tutta, a cominciare dal perfetto connubio fra il personaggio e il suo outfit. Ora, proprio perché non va bene accanirsi è il momento di darle dei suggerimenti. Perché il processo di santificazione repentinamente interrotto possa riprendere il suo corso naturale sarà inevitabile prendere decisioni dolorose. Prima di tutto la signora Albanese potrebbe andare in Tunisia dove ha una casa, lì le giornate sono meno corte, l'inverno più mite e lo sconforto si potrebbe attenuare. Sorseggiando un tè alla menta non dovrebbe indulgere a rimuginare sull'ingratitudine del mondo, piuttosto prendere tempo per ridefinire i suoi obiettivi con un piano d'azione concreto. Il primo passo potrebbe essere un totale cambiamento d'immagine, un total restyling. Dovrebbe interpellare un bravo curatore d'immagine. In caso la Schlein le risponda, può chiederle il contatto della sua dinamica armocromista. Se finora la predilizione era verso lo stile globetrotter etno-chic è arrivato il momento di dire basta alle palandrane neppure se di cashmere, via i gioielli di pietre dure che tintinnano da lobi e collo, stop con le sciarpone, tanto meno la kefiah che ormai la portano anche i tifosi allo stadio. E i capelli, si sa che quel tono di grigio per non sembrare trasandato pretende un'hair stylist esperta e tanta pazienza, meglio tornare a un colore più naturale. Gli occhiali over, hanno un certo appeal ma conferiscono un'aria troppo da diva, una buona alternativa potrebbe essere un modello più misurato, tipo un'insignificante e rassicurante montatura trasparente. Fondamentale è dare un'immagine diversa, perché ormai quella dell'impegnata finto trasandata ricca un po' vanitosa è bruciata, e allora via libera alla sobrietà: camicette anni 80 a fiorellini con fiocco al collo, pantaloni dritti o gonnellone che comunque nascondono la culotte de cheval, scarpe tacco medio e borsette beige, insomma un incrocio fra la von der Leyen e una professoressa di matematica che la piega ai capelli se la fa fare dalla parrucchiera sotto casa. Solo così l'Albanese potrà avere qualche chance per riabilitarsi e ripristinare il rapporto di fiducia con i suoi ex fedelissimi, tornare a essere credibile come "pasdaran" appassionata e veemente guardiana dei diritti degli ultimi.

Così, sforzandosi seriamente nel restyling della sua immagine non sarà necessario smussare le sue asprezze caratteriali, né le verrà chiesto di imparare a comportarsi in modo più educato con gli esseri umani.

Non dovrà impegnarsi a rispettare il pensiero altrui, anzi potrà raccontare di genocidi, alzare il ditino e lanciare le sue ire su chiunque non la pensi come lei. E se sarà brava c'è già un posto pronto sugli scranni di vellutino blu del Parlamento europeo. Di fianco a Ilaria Salis, due posti dietro a Lucano.

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