"Patriot e missili per Kiev entro poche settimane". Nuovi negoziati in Turchia. Si muove anche il Papa

Zelensky: "Realistico aumentare la produzione di armi del 50% in sei mesi. Ma servono 6 miliardi"

Un sistema di difesa aerea Patriot in Ucraina
Un sistema di difesa aerea Patriot in Ucraina
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Le prove di dialogo sono nelle mani di Papa Leone XIV, che sabato incontrerà in Vaticano l'inviato del Patriarca ortodosso di Mosca, il metropolita Antonij di Volokolamsk. Nel giorno in cui la Reggia di Caserta ha deciso di annullare il concerto di Georgiev, l'annuncio di un possibile segnale di distensione potrebbe aprire nuovi scenari. Kiev ne ha bisogno, alla luce degli ulteriori progressi dell'esercito russo che avanza negli oblast di Donetsk e Sumy e minaccia il Dnipropetrovsk. La situazione è drammatica, confermata, al netto della narrazione, dal comandante in capo delle forze di Kiev Syrskyj.

Se il Vaticano si propone per un tentativo di mediazione, Istanbul risponde ospitando il terzo colloquio tra rappresentanti di Mosca e Kiev, forse già in programma nel week-end. Zelensky aveva espresso la volontà di ridare dinamismo al processo negoziale avviato in Turchia, e il Cremlino definito tale affermazione "un segnale positivo". Peskov spiega che "le due parti stanno lavorando. Si confronteranno i memorandum sul processo di pace che però sono agli antipodi". Il portavoce russo aggiunge inoltre che Putin e Trump potrebbero incontrarsi a Pechino il 3 settembre per il galà dell'80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Su Istanbul Zelensky resta scettico. Lo scambio di prigionieri e di morti sul campo è andato a buon fine, ma "i negoziati efficaci saranno quelli ad alto livello tra leader".

Le due nazioni continuano nell'opera di miglioramento delle macchine militari. E se Mosca si sta rapidamente avvicinando alla produzione record di 7mila droni al mese, Zelensky ha parlato a Kiev con il ministro degli Esteri francese Barrot di produzione congiunta d'armi, e di collaborazioni nei settori della difesa aerea e dell'addestramento. "Aumentare la quota di armi ucraine al 50 per cento nei prossimi sei mesi è realistico", dice, ma servono 6 miliardi di dollari. La vera urgenza si chiama Patriot, e il ministro tedesco della Difesa Pistorius ha rivelato durante la 29esima riunione nel formato Ramstein, che Stati Uniti e Germania hanno concordato di fornirne cinque nello spazio di poche settimane, e che "a breve saranno operativi i droni prodotti in Ucraina con il contributo tedesco". Da Ramstein sì a pacchetti di Svezia, Canada, Norvegia e Paesi Bassi, mentre Regno Unito e Germania hanno avviato un progetto per fornire a Kiev circa 220mila proiettili compatibili con i sistemi di difesa aerea tedeschi, oltre a droni.

Nel 1.244° giorno di scontri le forze russe hanno attaccato Kiev e Ivano-Frankivsk con 24 missili, inclusi cinque ipersonici Kinzhal, e 426 droni Shahed. Tre i morti e 21 i feriti. Per Mosca sarebbero stati colpiti "complessi militare-industriale e infrastrutture di aeroporti militari". Una ventina di Uav ucraini sono stati abbattuti sulle regioni della Federazione. Il Regno Unito sanziona altre 135 petroliere della "flotta fantasma" utilizzata da Mosca per esportare petrolio eludendo le restrizioni internazionali.

L'intelligence di Kiev ha arrestato due sospette spie russe all'interno della propria agenzia anticorruzione. La mobilitazione in Ucraina è in linea con i piani dello Stato Maggiore, rivela il Parlamento: al netto di fughe e diserzioni, 30mila uomini vengono reclutati nell'esercito ogni mese.

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