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Il patto tra Kobe e la moglie: "Mai sull'elicottero assieme"

I due d'accordo per tutelare le figlie in caso di incidente. L'ultima comunicazione al pilota: "Voli troppo basso"

Il patto tra Kobe e la moglie: "Mai sull'elicottero assieme"

La morte di Kobe Bryant, di sua figlia Gianna Maria Onore, e di altre sette persone, avvenuta domenica, è sotto inchiesta da parte della magistratura. Gli inquirenti stanno lavorando per accertare le cause della tragedia. Al momento sono due le ipotesi prese in considerazione: il mal funzionamento dell'elicottero, anche se le probabilità di un guasto simultaneo dei due motori rasentano la fantascienza, e le pessime condizioni meteo. In queste ore vengono analizzati i momenti che hanno preceduto lo schianto, e ci si affida alla registrazione audio della conversazione tra la torre di controllo e l'elicottero che trasportava l'ex stella dalla Nba. Si tratta di un nastro di cinque minuti dal quale si evince che il controllore del traffico aveva rivelato al pilota Ara Zobyan come l'elicottero stesse volando ad un'altitudine inferiore a quella raccomandata. L'ultimo contatto è avvenuto quando il velivolo stava sorvolando Calabasas, a un'altitudine di 450 metri, area in quel momento resa inaccessibile dalla nebbia. «Sei ancora a un livello basso per continuare a volare in questo momento», suggerisce il controllore a Zobyan. È l'ultimo frammento di comunicazione, poi l'elicottero scompare dal radar.

Come accade per le persone famose, i media americani stanno ricostruendo gli ultimi momenti di vita di Bryant. Domenica mattina aveva partecipato, insieme alla figlia, alla funzione religiosa delle 7 alla Our Lady Queen of Angels, a Newport Beach, sud di Los Angeles. Entrambi avevano ricevuto la comunione dalle mani di padre Anthony Vu, ancora sotto choc. «Era un ragazzo meraviglioso, un vero credente. Mai avrei immaginato che si sarebbe trasformata in una sorta di estrema unzione». Secondo un amico di famiglia citato dal settimanale People, Kobe aveva stabilito un patto con sua moglie Vanessa, che potrebbe averle salvato la vita. Per nessuna ragione i due sarebbe salito insieme sullo stesso elicottero. «Questo per preservare un futuro ai figli in caso di tragedia», ha affermato la fonte che conosceva la coppia fin dai tempi delle nozze del 2001.

Nel frattempo procede, purtroppo a rilento, il recupero dei corpi, tutti identificati. L'elicottero è precipitato in un punto impervio delle colline, dove non esistono strade accessibili per i mezzi di soccorso. Sono state recuperate quattro salme, ma solo a operazione completata verrà stabilita la data dei funerali. I tifosi sperano che le esequie possano svolgersi in forma pubblica all'interno dello Staples Center, il fortino dei Los Angeles Lakers. In attesa di future indicazioni, si moltiplicano le iniziative commemorative a favore del campione scomparso. Il presidente della Naismith Basketball Hall of Fame, Jerry Colangelo, ha rivelato che Bryant verrà inserito nella Hall of Fame 2020. «Kobe verrà onorato nell'unico modo che merita, e come avremmo fatto in ogni caso». E mentre la Nike ha deciso di rimuovere tutti i prodotti targati Bryant dalla vendita online, per evitare che i rivenditori speculino sui prezzi dei mercati secondari, 600mila persone hanno firmato una petizione per chiedere alla Nba di utilizzare per il proprio logo l'immagine di Bryant. Il logo attuale, disegnato da Alan Siegel e mai cambiato dal 1971, rappresenta la silhouette di un altro grande dei Lakers, Jerry West, oggi 81enne.

Le emozioni accomunano tifosi a campioni di lungo corso. Hanno fatto il giro del mondo le lacrime della star del tennis Novak Djokovic, impegnato agli Open d'Australia. Il fuoriclasse nato a Belgrado ha voluto ricordare l'amico, ma è scoppiato in un pianto dirotto: «Quando ho avuto bisogno di consigli o supporto lui c'è sempre stato per me», ha scritto Djokovic.

Bufera invece per il tweet con cui una cronista del quotidiano Washington Post ha ricordato le accuse di stupro rivolte a Bryant nel 2003: la giornalista è stata sospesa.

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