
Nella manovra è previsto un contributo da parte del settore finanziario che viene stimato in 4 miliardi per il 2026. Ma in cosa consiste? Per i periodi d'imposta 2026, 2027 e 2028 aumenta di due punti percentuali l'Irap per banche e assicurazioni: rispettivamente dal 4,65% al 6,65% e dal 5,90% al 7,90 per cento. Per la stima di gettito di cassa la Relazione tecnica ipotizza un acconto Irap pari all'85% e un acconto Ires al 75%, considerando che gli effetti si producono già in sede di acconto 2026: nel 2026 sono attesi 1,153 miliardi, nel 2027 invece 1,339 miliardi e nel 2028 si tratta di 1,335 miliardi.
Non solo. È prevista la sospensione della deduzione dei componenti negativi connessi alle cosiddette Dta per le banche, con differimento parziale di quelle riferibili al periodo d'imposta al 31 dicembre 2027 dello stock delle svalutazioni e perdite su crediti non dedotte fino all'esercizio 2015. Rispetto alla Legge di bilancio 2025, che sospendeva la quota deducibile prevista nel 2025 (11%) e 2026 (4,7%) e il recupero fino al 2029, ora la manovra prevede la sospensione parziale della quota deducibile 2027 (dal 6,32% al 2,52%) e il recupero del 3,8% in due quote uguali nel 2028 e 2029.
L'effetto finanziario nel 2027 è di 713,2 milioni, secondo la Relazione tecnica. Disposta anche la sospensione parziale della quota deducibile 2027 (dal 15,83% al 6,33%) dei componenti negativi in sede di prima adozione dell'Ifrs 9, con recupero nel 2028, che genera ulteriori 353,8 milioni. Infine, è sospesa in parte la quota deducibile per il 2027, con percentuale di deducibilità dell'avviamento che passa dal 20,58% all'8,22% e recupero della differenza del 12,36% in due rate costanti dal 2028: il gettito è pari nel 2027 a 715,5 milioni. Stretta anche sull'utilizzo delle perdite fiscali e dell'eccedenza Ace sul maggior reddito imponibile per la sospensione delle deduzioni Dta che genera 1,188 miliardi nel 2026 e 2,143 miliardi nel 2027.
Intanto il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli (in foto), invoca una riflessione sulle garanzie pubbliche sui prestiti e chiede "maggior rispetto" per le banche. Perché l'obiettivo "deve essere quello di avere attività economiche che siano più solide, con le banche che ne sono l'anello connettivo".
Sul fronte del credito, secondo Patuelli, c'è inoltre un "rischio che nessuno può sottovalutare, perché le previsioni degli organismi specializzati prevedono che nei prossimi due anni ci sia un aumento dei crediti deteriorati".