Roma La crisi continua a spaventare gli italiani. Ed è per questo che il denaro non circola. Le aziende, tra l'altro, investono poco. E le famiglie, dal canto loro, ci vanno caute sulla spesa. A misurare questo stato di cose è la crescita delle riserve bancarie. Aumentate, nel corso dell'anno appena concluso, di 38 miliardi di euro. I conti correnti, quindi, stanno in buona salute: al loro interno giacciono quasi mille miliardi di euro. Entrando nello specifico - grazie a uno studio pubblicato da Unimpresa - si scopre che dal 2016 al 2017 il totale dei depositi di cittadini, aziende, assicurazioni e onlus è aumentato di circa il 3% passando da 1.261 miliardi a 1.299 miliardi. Le famiglie, insomma, non spendono e hanno lasciato in banca 19,1 miliardi in un anno (+2,08%).
Dal canto loro le aziende non investono e i loro fondi sono cresciuti di circa 13 miliardi (+6%), le imprese familiari hanno visto crescere i loro fondi di oltre 2 miliardi (+4%). Le riserve delle assicurazioni sono aumentate di oltre un miliardo (+7%). In aumento i fondi delle onlus di quasi un miliardo (+3%). Nel censire i depositi bancari, Unimpresa registra anche l'impennata dei conti correnti, cresciuti di oltre 62 miliardi negli ultimi dodici mesi, passando da 936 miliardi a 999 miliardi. «A frenare consumi, investimenti e credito sono rispettivamente la paura di nuove tasse, l'assenza di certezze sul futuro» spiega Maria Concetta Cammarata, vicepresidente di Unimpresa. Dati questi in linea con quanto rilevato dall'Istat sulla decisa contrazione del commercio al dettaglio nel corso dell'ultimo anno. Secondo lo studio di Unimpresa, che incrocia i dati della Banca d'Italia relativi alla raccolta delle banche, il totale dei conti delle imprese familiari è passato da 54,1 miliardi a 56,6 miliardi in salita di 2,4 miliardi (+4,57%); i depositi delle organizzazioni non lucrative (onlus) sono aumentati da 25,5 miliardi a 26,1 miliardi in crescita di 665 milioni (+2,61%); i fondi delle aziende sono saliti da 236,8 miliardi a 250,6 miliardi in aumento di 13,8 miliardi (+5,85%); i conti di assicurazioni e fondi pensione sono passati da 20 miliardi a 21,4 miliardi in aumento di 1,3 miliardi (6,84%). Quanto all'analisi per strumento, i conti correnti registrano una variazione positiva di 62,5 miliardi (+6,67%), cresciuti da 936,9 miliardi a 999,4 miliardi. Variazione negativa per i pronti contro termine di 49,9 miliardi (-31,44%) da 158,7 miliardi a 108,8 miliardi; in calo i depositi rimborsabili con preavviso di 4,06 miliardi (-1,35%) da 299,9 miliardi a 295,9 miliardi. Per quanto riguarda i depositi con durata prestabilita si osservano due situazioni di variazione negativa: quelli con scadenza fino a 2 anni sono calati di 16,3 miliardi (-17,67%) da 92,7 miliardi a 76,3 miliardi; quelli con scadenza oltre i due anni sono scesi di 873 milioni (-0,65%) da 134,5 miliardi a 133,7 miliardi.
«I dati mostrano che le disponibilità
finanziarie delle aziende e delle famiglie italiane sono congelate - conclude Maria Concetta Cammarata -. Se i cittadini accumulano per timore di nuove tasse, le imprese non investono perché non hanno fiducia nel futuro».
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