Cronache

Pazienza, amore e fantasia. La manualità si fa business

La rivincita dell'oggetto fatto a mano sulla serialità industriale. Anche in Italia fioriscono i laboratori che si pubblicizzano sul web

Pazienza, amore e fantasia. La manualità si fa business

Al di là del mix di marchi ed etichette che irrompono ogni giorno nelle nostre vite, esiste e resiste un mondo che continua a credere e a investire nella manifattura e nella creazione sinergica. È il fenomeno dell'handmade, una rielaborazione in chiave moderna di quell'artigianato che tanto ha fatto la storia di questo Paese e che oggi potrebbe vivere una seconda giovinezza.

Pazienza, passione e precisione sono le chiavi del leitmotiv per plasmare un prodotto fatto a mano. Ma è soprattutto la fantasia del produttore l'elemento capace di rendere l'oggetto ambìto dall'acquirente. E in una società in cui non solo l'ideologia ma anche l'idea in quanto tale è spesso rinnegata e bistrattata, la riscoperta della creatività sembra quasi rivoluzionaria. D'altronde si sa, in Italia in quanto ad inventiva non si è secondi a nessuno. E allora via ai prodotti omologati d'oltreoceano, è il trionfo del recupero dei mestieri dell'arte e di antiche pratiche creative.

Anche in Italia si diffondono sempre di più laboratori medio piccoli o a conduzione familiare adibiti alla creazione di gioielli, borse, tessuti e decorazioni per la casa, mentre soprattutto sui social network sono in aumento esponenziale profili gestiti da giovani che pubblicizzano le proprie produzioni.

E c'è anche chi di un hobby musicale ha fatto un lavoro. Come Tiziano Russo e Massimo Pastori, che nel 2012 hanno creato «Effetti di Clara», una società che produce apparecchi artigianali di effettistica per strumenti musicali. Un mini-laboratorio in provincia di Roma fatto di sole due persone: «Ci occupiamo di ogni aspetto della produzione: dalla progettazione alla realizzazione, fino alla verniciatura. Il nostro obiettivo è quello di creare qualcosa di davvero nuovo e non repliche di prodotti che già esistono». L'originalità del progetto alla fine ha pagato e oggi l'azienda lavora per alcuni dei principali artisti del panorama musicale italiano.

Di realtà come questa oggi ne esistono tante in svariati settori, spesso non arrivano all'universo mainstream ma hanno tanto il gusto dell'Italia vecchia maniera fatta di ingegno e intraprendenza conosciuta in tutto il mondo durante il secolo scorso. Ecco cosa potrebbe finalmente salvare e rilanciare il made in Italy. Mentre alcuni mestieri scompaiono in modo darwiniano, infatti, altri sono a rischio di estinzione perché non vengono più trasmessi alle nuove generazioni.

Artigiani del legno, calzolai, liutai, sarte e tappezzieri sono solo alcune delle professioni «storiche» oggi minacciate dalla modernità e che invece proprio grazie ad essa potrebbero risorgere sotto nuove forme. È proprio sfruttando l'enorme mercato spalancatosi grazie ad internet che la tendenza del «fatto a mano» (e fatto bene) sta davvero prendendo piede anche in Italia. Lo dimostra la massiccia presenza di appassionati alla mostra internazionale della manualità creativa «Abilmente», andata in scena dal 17 al 20 marzo scorsi alla nuova Fiera di Roma. Impressionanti i numeri della partecipazione in un'esplosione di colori e forme tra decine di stand provenienti dal Veneto alla Puglia. Cucito, feltro, tessitura, cake design, ricamo, bijoux e migliaia di mani che tessono, decorano e ricamano allo stesso tavolo, sperimentando e condividendo nuove pratiche come in un enorme atelier senza pareti. «È quasi finito il primo ventennio del duemila e ora si è forse capito che recuperare vecchi mestieri non significa per forza coprirsi di polvere in umide botteghe», dice un'anziana visitatrice dell'esposizione.

Forse l'abbiamo capito, basta essere operatori del proprio ingegno.

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