Il Pd blinda il sindaco Marino e prova a incolpare la destra

Orfini difende il sindaco, se la prende coi Servizi e come l'inquilino del Campidoglio accusa il centrodestra di essere vicino ai clan. L'ira della Meloni: solo falsità, querelo

Sono estremamente orgoglioso del lavoro svolto, felice dell'incisione di questo ascesso eseguita con bisturi sapiente dal procuratore Pignatone, dice Ignazio Marino. Bisogna credergli, perché è stato chirurgo e ne capisce, di ascessi.

Non spetta a me giudicare il lavoro della magistratura: ma se verranno individuate colpe e i colpevoli verranno puniti, questo lo vedo estremamente positivo, sostiene Marino. Non si può che prestargli ascolto, perché sarebbe scellerato sperare che i rei la facciano franca.

Non c'è nessun personaggio della mia giunta, giura Marino, che è sindaco di Roma, e saprà pur bene che cosa gli gira intorno al Campidoglio, fin dai tempi della campagna elettorale.

Il Pd è il popolo delle persone perbene, afferma Marino. E bisogna davvero avere fede in lui, perché Marino è uomo d'onore: come Bruto, ai tempi di Cesare. Non come tutti gli altri, qui a Mafia Capitale , dove sono tutti, tutti uomini d'onore.

Dunque non si può venir qui a smentire il genovese Ignazio, che non c'era, non sapeva, non vedeva, ma soltanto riferire quel che si sa. Tanto o poco che sia: visto dalla Procura, senz'altro abbastanza; visto dal partito delle persone dabbene, forse meno, a giudicare dallo sbigottimento di una deputata pd rimasta senza parole, Ileana Argentin: «Sono una deputata eletta a Roma, eppure non riesco a sapere nulla... Marino vuole andare avanti. Ma si può voltare pagina così velocemente, se non immobilizzando un'intera città? Che vuol dire poi che non ci sono i suoi? Ha dimenticato forse di far parte del Pd? I suoi, i miei, ma di che stiamo parlando?».

Ecco, appunto. Di che stiamo parlando. Di un sindaco che vuole «andare avanti» tra le macerie di un sistema di potere che lo ha portato sul trono, asserragliato in un fortino nonostante tutto sia contro di lui, che pure ha faccia tosta da vendere. «Stiamo cambiando tutto, un cambiamento epocale - esordiva infatti nella mattinata in cui veniva arrestata un'altra carrettata di politici che s'aggiravano nel Campidoglio senza che il sindaco li vedesse - Una politica antica non solo nei metodi ma anche nei contenuti, e in alcuni casi gravemente colpevole, è stata allontanata da me». Una maschera che più tardi, accompagnando in giro per la città la presidente cilena Bachelet, mostrava dei cedimenti di fronte alla pressione dei cronisti: «Cercate di dimostrare che siete anche educati. Noi siamo persone che hanno un certo stile, non so voi. È chiaro che la buona educazione non è una cosa disseminata nel dna...». Aveva pure ragione a farsi saltare i nervi, nel giorno in cui tutti (da Grillo a Forza Italia, dalla Lega ad alcuni esponenti del Pd, come Patrizia Prestipino) gli hanno chiesto di levare il disturbo, scongiurando la figuraccia di un commissariamento nell'anno del Giubileo. O, persino, di farlo per poi ripresentarsi subito così da dimostrare la buona fede, come gli ha suggerito Giorgia Meloni, che in serata annuncia di volerlo querelare per «le false e ingiuriose dichiarazioni rilasciate in una intervista al Tg5» per aver tirato in ballo Alemanno e Gramazio.

Eppure Marino resiste, dietro lo scudo fornitogli dal Gran Consiglio del Pd, riunitosi d'urgenza al Nazareno con la «vice» reggente Serracchiani e il commissario straordinario cittadino, Matteo Orfini. Il quale ha ringraziato sindaco e governatore per «essere baluardi della legalità», spronandoli ad «andare avanti». Ma non solo: Orfini ha accusato Copasir e gli 007 per la mancata vigilanza sul sistema-Carminati; la Lega in quanto «quel che succedeva sulla pelle degli immigrati è colpa delle norme volute da Maroni»; i grillini perché «i vostri esponenti sono gli idoli dei clan di Ostia». E se anche Orfini fosse uomo d'onore, come si potrebbe non credergli?

di Roberto Scafuri

Roma

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica