Matteo Renzi non sta sereno. Perché, se da un lato gongola davanti alla crescente fiducia degli italiani nella sua azione di governo, dall'altro assiste (inerme) al crollo verticale del Partito democratico. Sono ormai lontani i tempi del poker europeo quando i dem avevano sfondato la soglia monstre del 40%. Come emerge dal sondaggio dell'Atlante Politico di Demos, condotto nei giorni scorsi per Repubblica, il Pd soffre le divisioni interne, gli scandali giudiziari e il caso Marino e cala drammaticamente al 31,8%. Quasi dieci punti in meno rispetto al 2014.
Il giudizio degli italiani su Renzi tiene ma è pesantemente crollato. "Oggi il 44% degli italiani mostra di gradire il suo operato - si legge nel sondaggio di Demos - molto meno rispetto a un anno fa, quando l'indice superava il 60%. Ma, comunque, più degli ultimi mesi. Visto che lo scorso giugno era appena sopra al 40%". Se il premier recupera qualcosa, il Pd sprofonda. Dopo il boom alle elezioni europee del 2014, quando i dem avevano portato a casa un netto 40,8%, il partito del Nazareno era cresciuto fino al 45,8% (giugno 2014) per poi ripiegare su se stesso: 36,3% a novembre 2014, 32,2% a giugno 2015 e 31,8% oggi. Dieci punti andati in fumo. Che però sembrano essere andati al Movimento 5 Stelle che, mese dopo mese, ha accorciato le distanze. I grillini hanno, infatti, raggiunto il livello più elevato: il 27,2%. "La distanza fra i due partiti si è, dunque, ridotta a circa 4 punti e mezzo - si legge nel sondaggio di Repubblica - alle europee era di quasi 20. Un anno fa: di oltre 16". Il problema dei pentastellati è che i loro leader non sono così graditi agli italiani. Beppe Grillo e Luigi Di Maio viaggiano intorno al 31%.
Il centrodestra non solo insegue, ma tiene addirittura testa. Perché, se da una parte la Lega Nord sembra aver interrotto la sua corsa, la coalizione con Forza Italia e Fratelli d'Italia potrebbe competere con i dem. Secondo il sondaggio di Demos, Forza Italia è infatti risalita di due punti superando di nuovo il Carroccio, che ora si attesta al 12,5%, e posizionandosi al 13,2%. Da soli, fanno notare gli analisti, i due partiti "rischiano la marginalità. Insieme, invece, diverrebbero competitivi". In caso di ballottaggio, l'asse Lega-Forza Italia supererebbe il 48%. E si avvicinerebbe, dunque, al Pd che non arriverebbe al 53%. Anche perché alla coalizione di centrodestra potrebbe aderire anche Fratelli d'Italia che oggi vale il 4,5%. Non è, infatti, un caso se gli italiani apprezzano più Giorgia Meloni di Matteo Salvini che è, comunque, valutato positivamente dal 33% dei cittadini.
Ormai ininfluenti sono i centristi. Il Nuovo centrodestra vale sì e no il 3,1%. Un punto e mezzo in meno al già magro risultato incassato alle europee del 2014.
Anche perché quello di Angelino Alfano è il più basso gradimento tra i leader politici. Il padrone di Ncd si ferma, infatti, al 23%. Fa peggio solo Nichi Vendola. Che, però, non fa più politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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