Pd in caduta nei sondaggi Renzi comincia a tremare

A Milano Parisi sorpassa Sala e a Roma Giachetti rischia di non arrivare al ballottaggio. Vittoria in pericolo anche a Torino. E il premier teme la débâcle

Roberto Giachetti su Twitter: «I sondaggi sono proprio la cosa a cui non mi affido, troppi 50% indecisi». Roberto Giachetti a un Giorno da pecora: «Non mi interessano i sondaggi». Roberto Giachetti al Corriere: «I sondaggi? Li butto nel cestino». Dati questi indizi, il candidato indovini come vanno i sondaggi per Roberto Giachetti. E non consola il candidato a sindaco di Roma, il fatto che non è l'unico in corsa per il Pd a vedere le proprie quotazioni in netto calo. L'unico valore in crescita, stando alle indiscrezioni ma anche ai segnali espliciti che arrivano da Palazzo Chigi, è il livello di ansia di Matteo Renzi.

Nelle grandi città la tendenza è chiara per il maggior partito della sinistra italiana e, al momento, è un campanello d'allarme. Un sondaggio Tecnè, commissionato dallo stesso Stefano Parisi, fotografa un clamoroso sorpasso, assegnando al candidato del centrodestra 36 punti percentuali di gradimento, contro i 34 di Giuseppe Sala, l'ex manager di Expo per il quale il premier, dopo l'appoggio iniziale, appare stranamente sempre incline a spendersi. Nelle ultime settimane Renzi si è fatto vedere di più a Napoli, dove del resto la situazione di Valeria Valente, secondo i dati di Scenari Politici, è sempre più precaria. La candidata renziana anti Bassolino sarebbe ferma a una soglia appena inferiore a quella di Lettieri, che è dato al ballottaggio con il 23 per cento dei consensi. Le stesse rilevazioni attestano al momento il sindaco uscente in grande spolvero: Luigi de Magistris sarebbe nettamente in testa con il 38% delle preferenze, se si votasse oggi.

A Roma, oltretutto, Giachetti viene dato da Tecnè in calo così accentuato da rischiare l'ipotesi più nera, quella di restare fuori dal ballottaggio. Al momento, sempre secondo Tecné, la candidata a 5 Stelle Virginia Raggi è nettamente in testa al 27, per cento, il che spiega la feroce campagna denigratoria messa in piedi dalla sinistra. Giachetti è al 21,5 per cento, una quota che non gli consente di stare tranquillo, perché i concorrenti del centrodestra diviso, Meloni e Marchini, sono entrambi vicinissimi, testa a testa poco al di sopra del 20 per cento, a un passo dal candidato del Pd. E per il partito che ha prima fatto eleggere e poi sgambettato Ignazio Marino a Roma non spira un vento favorevole.

Perfino secondo l'Unità i sondaggi sul Pd sono preoccupanti: sul sito del quotidiano Mario Lavia riporta i dati di Swg che danno il partito in calo dello 0,6 per cento, da 32,6 a 32 per cento, nella settimana dal 14 al 21 aprile, e i sondaggi Ixè, commissionati dalla trasmissione Rai Agorà, che registrano un andamento del tutto analogo: persi 1,3 punti nella settimana dal 15 al 22 aprile. Secondo Ixè guadagnano invece sia M5S (+0,9%), che Forza Italia (+0,5%) e Lega (+0,6%).

Se a questo quadro si aggiunge che l'ultimo sondaggio del Pd dava perfino a Torino, la piazza dove il centrosinistra è più solido, Fassino in caduta libera, tanto da rischiare il ballottaggio con la rivale dell'M5S Chiara Appendino, l'immagine che emerge è il

rischio di un 3 sconfitte a 1 nelle grandi città. Uno scenario fosco.

Pur di evitarlo, Renzi starebbe valutando una campagna di sostegno spendendosi in prima persona per i candidati più in difficoltà, quelli di Roma e Napoli.

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