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"Destra xenofoba...". Attacco choc del Pd alla Meloni

Fratelli d'Italia cresce e Provenzano (Pd) la spara grossa: "La Meloni rappresenta una destra estrema, inadatta a governare, attraversata da sentimenti xenofobi e reazionari"

"Destra xenofoba...". Attacco choc del Pd alla Meloni

È sempre la solita sinistra che, all'indomani di un risultato politico positivo per il centrodestra, si permette di attribuire le classiche patenti e avanzare lo spauracchio contro gli avversari. Ed ecco che arriva la puntuale levata di scudi, con il fronte rosso che si arma di etichette per appiccicarle a chi rappresenta il principale rivale del momento. Così Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd, ci va giù pesante contro Fratelli d'Italia e non si esime dal pronunciare offensive verbali verso Giorgia Meloni.

Provenzano all'attacco

L'esponente del Partito democratico ha chiamato tutte le altre forze politiche a raccolta: mettersi insieme per arginare l'avanzata del centrodestra. Ci risiamo: non una convergenza sui temi e sui programmi, ma un'accozzaglia contro qualcuno. "Volete regalare il Paese a Salvini e Meloni?", è il monito per sollecitare all'ammucchiata del tanto discusso campo largo.

Provenzano, come riporta La Repubblica, si è detto soddisfatto per i risultati non proprio brillanti della Lega ma allo stesso tempo non ha potuto brindare poiché Fratelli d'Italia ha ottenuto ottimi consensi sui territori. Questo è motivo di forte agitazione nel Pd, tanto da ricorrere alle arcinote tesi: "La Meloni ha dimostrato di rappresentare una destra estrema, inadatta a governare, attraversata da sentimenti xenofobi e reazionari".

Il terrore del Pd

Appare evidente che il terrore sia diffuso tra le fila del Partito democratico: lo spauracchio della destra pericolosa non ha avuto alcun effetto sugli elettori, che invece in larga parte si sono affidati alla coalizione del centrodestra. Da qui il tremore in vista delle elezioni politiche previste per il 2023: Enrico Letta sogna un Ulivo 2.0, ma sarà ai limiti dell'impossibile mettere sotto lo stesso cappello Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda.

I veti reciproci impediscono di pensare a una simile mossa, anche perché il Pd dovrà avviare una riflessione interna e interrogarsi. L'alleanza giallorossa non ha spiccato il volo. Anzi, in molti casi è stata una debacle. E dove il centrosinistra ha vinto, il M5S si è rivelato ininfluente e privo di forza. Negli ambienti dem fanno notare un paradosso che la dice lunga: in fin dei conti il centro Italia Viva, Azione e +Europa ha un peso maggiore dei 5 Stelle.

I risultati maturati dai grillini fanno spavento: la galassia del Movimento sta praticamente scomparendo e, dove esiste, riesce a contare su percentuali inferiori alle liste civiche.

Letta dovrà interrogarsi e darsi una risposta: conviene davvero proseguire per la strada dell'alleanza con i 5 Stelle con il rischio di compromettere l'asse con i centristi? Le spinte interne anti-grilline sono solo alle fasi iniziali.

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