
Macchine fotografiche, cellulari in registrazione. Telecamere. Giornalisti. Il molo di Trapani, Sicilia, trasformato in un set di propaganda antigovernativa. I parlamentari del Partito democratico hanno pensato a tutto prima di salire a bordo di Mediterranea, il barcone dei migranti fermato dopo aver disobbedito alle leggi dello Stato. Mancavano solo i cappelli da marinaio e i mezzi marinai, per il resto c'era tutto. Compreso il dramma. A mezzogiorno in punto, dopo essersi contati, la passerella della nave rossa si è ingolfata. Deputati nazionali, regionali, consiglieri comunali sono saliti, uno dietro l'altro, a bordo dell'imbarcazione fermata dal Viminale dopo la sua prima missione nel mediterraneo. La Ong italiana ha fatto di testa propria decidendo di attraccare e far sbarcare nel porto di Trapani i dieci migranti soccorsi a largo della Libia, invece che nel porto di Genova, come ordinato dalle autorità preposte. Un ordine ritenuto "ingiusto" ed "inumano" dal capomissione Beppe Caccia che proprio ieri lo ha ripetuto fomentando la delegazione dem. Questo, però, gli è costato un fermo amministrativo, più una multa da diecimila euro. Un provvedimento che non è piaciuto affatto a sinistra, tanto che il Pd ha organizzato di fretta e furia la spedizione per solidarizzare con la ciurma corsara della Ong.
A capitanare lo sparuto plotoncino di marinai incravattati la piddina Giovanna Iacono che, con fare sprezzante ha affermato a favore di telecamera che "il governo nazionale vuole continuare ad infliggere ulteriori sofferenze a chi già vive in una condizione di fragilità". Per loro punire chi non rispetta le leggi dello Stato è un atto ostile. La legge, però, è uguale per tutti e va rispettata, anche dalle Ong. Si dicono contro la propaganda, facendola. Strumentalizzando il fermo amministrativo.
"Siamo qui per portare la vicinanza del Partito democratico all'equipaggio di Mediterranea e per ribadire con forza che il salvataggio di vite umane non può mai essere criminalizzato" ha aggiunto la deputata Giovanna Iacono. Con lei anche il deputato regionale Dario Safina, Cleo Li Calzi, responsabile regionale Pd donne, Valeria Battaglia, segretaria provinciale del partito e Valentina Villabuona presidente dell'Assemblea provinciale Dem. Tutti insieme appassionatamente.
A mancare i big del partito che, forse ancora in vacanza, hanno declinato l'invito. Tra il ponte della nave Mediterranea, meglio quello di una a vela. Il capitano Giovanna Iacono (o meglio, la capitana) ha anche aggiunto come vorrebbe che la Sicilia fosse terra di accoglienza. Un invito aperto alle Ong che operano nel Mediterraneo a far sbarcare i migranti sulle coste siciliane. Perché "è inaccettabile che venga imposto all'equipaggio uno sbarco a centinaia di miglia di distanza, quando porti sicuri come Trapani possono accogliere in tempi rapidi persone provate da giorni di viaggio e sofferenza". E promette che continuerà a "battersi perché chi salva vite non venga trattato come un trasgressore, ma come un presidio di civiltà". A parlare, però, non è stata solo lei. Anche i mozzi hanno avuto il loro piccolo momento di notorietà. Il deputato regionale Dario Safina ha tuonato, dicendo che "invece di governare un fenomeno complesso, Meloni e Piantedosi preferiscono alimentare paure e urlare slogan contro gli immigrati. Ma i problemi restano lì, irrisolti". Come dargli torto? I problemi legati all'immigrazione clandestina restano, eccome.
Basti guardare alle cronache giornaliere, a quello che è successo a Roma. Nessuno del Pd ha pensato bene di rendere solidarietà alla donna di sessant'anni stuprata nel parco di Tor Tre Teste da un gambiano irregolare di ventisei anni. Due pesi, due misure.