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Il Pd spaccato in tre sta con l'estrema destra sui fondi Pnrr alle armi

Figuraccia dei dem al voto a Strasburgo. Otto favorevoli, sei astenuti e un contrario

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Al Nazareno se lo aspettavano, ma ciò non rende meno grave la spaccatura nel Pd al Parlamento europeo sulle armi all'Ucraina. Il regolamento Asap (Act in Support of Ammunition Production), la proposta di legge per la produzione di armi e munizioni per Kiev, passa a Bruxelles con 446 voti favorevoli, 67 contrari e 112 astenuti. Dopo la bocciatura degli emendamenti dei dem per escludere dall'Asap la possibilità di utilizzare i fondi della coesione e del Pnrr, la delegazione del Pd procede in ordine sparso. Otto europarlamentari votano a favore, sei si astengono e vota no Massimiliano Smeriglio, eletto come indipendente nelle file dei Socialisti e Democratici europei. Inedita e paradossale la convergenza con l'estrema destra Ue. Votano le proposte di modifica del Pd sul no ai fondi del Pnrr per le armi anche i lepenisti francesi, i nazionalisti fiamminghi e l'ultra destra tedesca di Afd.

Mercoledì la diretta Instagram di Schlein, che ha innescato il liberi tutti all'interno del gruppo all'Europarlamento. «Non è accettabile l'uso dei fondi del Pnrr e di coesione per produrre munizioni e armamenti», ha tuonato Schlein. Che ha annunciato battaglia a Palazzo Madama: «Su questo al Senato chiederemo un impegno nero su bianco». Nessuna indicazione di voto, invece, sul mandato negoziale per la proposta Asap, approvato ieri dal Parlamento europeo, che contiene anche la possibilità di utilizzare i fondi del Pnrr per l'aumento della produzione bellica in favore di Kiev. Poi avanti, di contraddizione in contraddizione: «Nessun dubbio sul pieno supporto all'Ucraina, così come siamo favorevoli a un avanzamento nella difesa comune europea». Tanta confusione ha generato la spaccatura in Europa. Votano a favore otto europarlamentari del Pd: il capo delegazione Brando Benifei, Mercedes Bresso, Beatrice Covassi, Paolo De Castro, Elisabetta Gualmini, Pina Picierno, Daniela Rondinelli e Irene Tinagli. Tra i sei astenuti l'unica eletta a Bruxelles che ha sostenuto Schlein al congresso, la deputata europea e componente della segreteria nazionale Camilla Laureti. Con lei Pietro Bartolo, Alessandra Moretti, Franco Roberti, Patrizia Toia e Achille Variati. Vota contro Massimiliano Smeriglio, non iscritto al Pd ma eletto con il gruppo S&D, lo stesso dei dem. «Cresce l'area del dissenso sulla trasformazione delle risorse del Pnrr e dei fondi di coesione in armi», dice Smeriglio, che si mette alla testa della fronda nella delegazione a Bruxelles. «Bene anche l'area di dissenso che si è espressa tra le fila del Pd», spiega ancora l'ex vice di Nicola Zingaretti alla presidenza della Regione Lazio. Grottesco il tweet di Benifei, che ribalta la frittata e attacca il governo: «La destra italiana ha scelto oggi di non supportare i nostri emendamenti per escludere Pnrr e fondi coesione dalle risorse utilizzabili per la produzione di munizioni: confusione o malafede? Il Governo chiarisca immediatamente». In Senato il dem Alessandro Alfieri chiede lumi al ministro per il Pnrr Raffaele Fitto. Che risponde che per quanto riguarda l'Italia «non è assolutamente all'ordine del giorno» l'utilizzo delle risorse del Pnrr per la produzione di munizioni. Ci pensa il M5s, che ha votato no all'Asap, a sottolineare l'incoerenza del Pd. Stefano Patuanelli parla di «comportamento incomprensibile» dei dem. Dall'Alleanza Verdi-Sinistra Nicola Fratoianni è limpido: «Sulle armi non si può essere contrari e votare sì». Dal centro, chiede chiarezza anche il Terzo Polo.

Il Pd di Schlein è a favore delle armi all'Ucraina, ma anche contro.

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