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Pechino minaccia: "Guerra con gli Usa disastro mondiale"

Il ministro della Difesa dopo lo scontro sfiorato tra navi: "Su Taiwan non rinunceremo alla forza"

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L'ombra di Pechino si allunga su Taiwan, l'isola che rivendica la sovranità sull'intera Cina ma che il Dragone considera semplicemente una provincia ribelle, da rimettere in riga prima o poi. E ora quel «prima» sembra sempre più vicino. Poche ore dopo che una sua nave da guerra ha rischiato la collisione con un cacciatorpediniere americano in navigazione nello Stretto di Taiwan, il ministro della Difesa Li Shangfu, nel suo primo discorso pubblico dopo il suo insediamento, ha ricordato che l'isola di Formosa «è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina» e le sue attività separatiste «stimoleranno ulteriormente le nostre contromisure». Parlando allo Shangri-La Dialogue in corso a Singapore, Li ha anche evocato scenari cupi: «Pechino non promette di rinunciare all'uso della forza» per quella che considera una parte «inalienabile» del suo territorio. La Cina, ha osservato Li nel suo discorso a Singapore, «non esiterà» a prendere le relative contromisure «se verrà perseguita l'indipendenza di Taiwan e salvaguarderà la sua sovranità ad ogni costo», assicurando che la «riunificazione ci sarà».

Quanto all'incidente dello Stretto di Taiwan, Li ha detto che le manovre americane «sono una provocazione» e ha dato tutta la colpa ai Paesi che proteggono Taiwan, «che stanno intenzionalmente creando problemi nello Stretto, provocando deliberatamente rischi e minando maliziosamente la pace e la stabilità regionali». La Cina non ha problemi sul «passaggio innocente», ma deve «prevenire i tentativi di usare quella libertà di navigazione per esercitare l'egemonia della navigazione. I Paesi, in particolare le loro navi militari e i loro aerei da combattimento, non devono fare azioni di chiusura intorno ai territori di altri Paesi. In Cina diciamo sempre: fatti i fatti tuoi». In ogni caso per Li non ci sono dubbi: «È innegabile che un grave conflitto o confronto tra Cina e Stati Uniti sarebbe un disastro insopportabile per il mondo».

Da parte sua il comando indo-pacifico degli Stati Uniti ha confermato lo scontro sfiorato tra le due navi, facendo notare che l'imbarcazione da guerra cinese «ha eseguito manovre in modo non sicuro nelle vicinanze di Chung-Hoon», il cacciatorpediniere americano in transito sabato sera nello Stretto di Taiwan. Il Pentagono, con il portavoce Pat Ryder, si dice preoccupato per le mosse «sempre più rischiose e coercitive dell'esercito popolare di liberazione nella regione, anche negli ultimi giorni». E dalla Casa Bianca arriva il monito del consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan: «Gli Stati Uniti non sostengono alcun cambiamento unilaterale dello status quo per Taiwan», dice Sullivan in un'intervista alla Cnn, sottolineando la continuità della politica dell'amministrazione Biden su Taiwan: «La politica Unica Cina ha avuto successo nel centrare l'obiettivo di decenni di pace e stabilità nello stretto di Taiwan.

È per questo che non è cambiata».

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